A Torino nasce un progetto urbano per la sostenibilità ambientale

Il graduale cambiamento climatico in atto richiede soluzioni rapide e innovative per migliorare la qualità della vita delle persone, riducendo al tempo stesso le conseguenze legate ai cambiamenti climatici.

A Torino, ha preso il via il programma “Una città più vivibile“, finalizzato ad implementare soluzioni green e naturali per mitigare l’impatto del cambiamento climatico.

Queste iniziative non solo contribuiranno a minimizzare gli eventi estremi, ma renderanno anche gli spazi urbani più gradevoli e sostenibili.

Strategie per la resilienza ambientale

I lavori, finanziati con un investimento di 1 milione di euro, sono parte integrante del “Piano di Resilienza Climatica“.

Questo piano si propone l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità delle aree urbane e delle comunità ai cambiamenti climatici.

Il fine è chiaro, come affermato anche dall’assessore alla Transizione ecologica e digitale del Comune di Torino, ovvero quello di migliorare la qualità dell’ambiente urbano riducendo le isole di calore e contrastando le piogge intense, promuovendo nel contempo uno spazio pubblico più accogliente e vivibile.

Parallelamente all’avvio dei lavori, sarà lanciata una campagna di sensibilizzazione per informare i cittadini sui risvolti del cambiamento climatico e sull’importanza di queste iniziative urbane.

Rigenerazione Urbana e Adattamento Climatico

Il primo intervento prenderà luogo in Via Stradella, con l’obiettivo di trasformare l’area sotto la copertura della ferrovia Torino-Ceres.

I lavori prevedono la sostituzione delle superfici impermeabili con spazi verdi e la piantumazione di oltre 80 alberi.

Questo intervento non solo renderà l’ambiente più piacevole e fresco, ma risolverà anche il problema degli allagamenti che hanno afflitto la zona negli anni.

La rimozione di 1400 metri quadrati di asfalto lungo Via Stradella, senza ridurre il numero di parcheggi disponibili, darà spazio a nuove pavimentazioni riflettenti.

Inoltre, saranno installate panchine “smart” che sfruttano l’energia solare per offrire la possibilità di ricaricare i propri dispositivi elettronici, o attrezzi per il fitness che consentono di ricaricare i dispositivi pedalando.

Ricordiamo in proposito che proprio di recente anche l’aeroporto di Caselle ha adottato la causa della sostenibilità ambientale, installando un gran numero di pannelli solari che garantiscono già energia per il 15% circa del fabbisogno totale dello scalo.

Il fotovoltaico a Torino è dunque  una possibilità sempre più presa in considerazione, sia dai privati che dalla pubblica amministrazione.

Innovazione nelle Infrastrutture Urbane

Successivamente, il progetto si estenderà a 15 fermate del trasporto pubblico in diverse zone della città.

Queste fermate vedranno la sostituzione delle pavimentazioni esistenti con soluzioni più riflettenti, riducendo i disagi durante l’attesa dei mezzi.

Le pensiline metalliche in queste fermate saranno trasformate in spazi ‘green’, coperte da piante di sedum, creando così un ambiente più fresco e visivamente piacevole, aumentando al contempo la biodiversità urbana.

In collaborazione con il Gruppo Torinese Trasporti, verrà ristrutturato un lungo tratto di binari doppi della linea 4 lungo Corso Giulio Cesare.

Quest’area, una volta liberata dall’asfalto, diventerà una superficie ‘verde’ ricoperta di sedum, contribuendo a promuovere la sostenibilità e la resilienza ambientale.


Investimenti per un futuro sostenibile

In un’ottica di lungimiranza e responsabilità ambientale, questi investimenti rappresentano un passo deciso verso un futuro più sostenibile per Torino e per molte altre città che potrebbero trarre ispirazione da queste iniziative.

Oltre a migliorare la qualità dell’aria e la gestione delle acque piovane, tali progetti favoriscono la coesione sociale, offrendo spazi pubblici accoglienti e innovativi.

Queste azioni non solo rispondono alle esigenze attuali, ma gettano le basi per un’evoluzione urbana che integra armoniosamente natura e tecnologia, costruendo un ambiente urbano più  orientato al benessere collettivo.

Conclusioni

L’iniziativa “Una città più vivibile” a Torino rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità e la resilienza ambientale.

La trasformazione di aree urbane in spazi verdi non solo affronta i problemi legati al cambiamento climatico, ma migliora anche la qualità della vita cittadina offrendo ambienti più salubri e piacevoli per tutti i torinesi.

Questi interventi dimostrano come soluzioni green e infrastrutture intelligenti possano contribuire a mitigare gli impatti del cambiamento climatico nelle aree urbane, garantendo a tutti un futuro più sostenibile.

Materiali alternativi nell’arredamento: scopri come il cartone sta cambiando le regole del gioco

Il mondo dell’arredamento è in continua evoluzione e negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse verso materiali alternativi, come il cartone.

Questo materiale, da sempre considerato poco adatto per arredi e suppellettili, sta invece adesso riscuotendo un grande successo grazie alle sue caratteristiche uniche e innovative.

Il crescente utilizzo del cartone nell’arredamento

Il cartone è certamente un materiale inusuale quando si parla di arredamento, ma sicuramente innovativo e di tendenza.

Esso è infatti sorprendentemente resistente e affidabile, e può essere facilmente modellato in forme uniche e creative. Negli ultimi anni, il crescente utilizzo del cartone nell’arredamento ha portato all’arrivo di una vasta gamma di mobili in cartone sul mercato, tra cui tavoli, sedie, poltrone, tavolini, specchiere, librerie, credenze e altro ancora.

L’utilizzo del cartone nell’arredamento è stato anche favorito dalla crescente attenzione verso la sostenibilità e l’ecologia, temi oggi sempre più attuali e tenuti in considerazione.

Le caratteristiche uniche dei mobili in cartone

I mobili in cartone hanno caratteristiche uniche che li distinguono dai materiali tradizionali. Sono leggeri ma al tempo stesso resistenti, e possono essere facilmente smontati e rimontati per il trasporto o il riutilizzo.

Inoltre, il cartone può essere facilmente colorato o decorato per adattarsi al design di qualsiasi spazio abitativo, dunque nessun problema per quel che riguarda le personalzzazioni.

La versatilità del cartone nell’arredamento

La versatilità del cartone nell’arredamento è sorprendente. Grazie alla sua flessibilità infatti, il cartone può essere utilizzato per creare mobili di diverse forme e dimensioni, da quelli più semplici a quelli più complessi.

Il risultato finale è stupefacente considerando che è possibile creare mobili di qualsiasi stile, mantenendo sempre intatte le capacità di resistere ai carichi ed alle sollecitazioni pur rimanendo leggeri e facili da spostare.

L’ecosostenibilità del cartone nell’arredamento

Uno dei principali motivi per cui il cartone viene adoperato nell’arredamento è la sua ecosostenibilità. Il cartone è notoriamente un materiale riciclabile e biodegradabile, il che significa che può essere facilmente smaltito e riciclato alla fine della sua vita utile.

A parte questo, il processo di produzione del cartone richiede meno energia rispetto ai materiali tradizionali come il legno, per questo è certamente da inserire tra i materiali più “green” per la casa.

Costi ridotti e facilmente accessibili

Un altro vantaggio di adoperare il cartone per l’arredamento di casa è la sua accessibilità economica. I mobili in cartone sono certamente meno costosi rispetto ai mobili tradizionali in legno o in metallo.

Ciò significa che i consumatori possono acquistare mobili di design ad un prezzo accessibile, senza per questo dover rinunciare alla praticità o comodità. Dunque, c’è anche un importante aspetto economico da considerare nello scegliere i mobili in cartone per casa.

La durata e la resistenza dei mobili in cartone

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i mobili in cartone sono estremamente resistenti e duraturi. Essi sono progettati per durare nel tempo e resistere alle sollecitazioni quotidiane.

Bisogna dunque sfatare il luogo comune per il quale il cartone sia rapido nel deperire o perdere robustezza: se opportunamente lavorato infatti, anche il cartone è in grado di offrire ottime prestazioni per quel che riguarda durata e resistenza.

In breve

Il cartone sta cambiando le regole del gioco nell’arredamento: si tratta di un materiale inusuale ma innovativo, che può trasformare gli spazi abitativi in modo sorprendente.

Questa è la scelta ideale per chi desidera arredare la propria casa in modo originale, creativo, sostenibile ed economico, considerando che questi prodoitti sono molto versatili e possono essere facilmente personalizzati, in modo da adattarsi a qualsiasi stile di arredamento.

Se stai cercando di arredare la tua casa con mobili di design e sostenibili, i mobili in cartone potrebbero dunque essere la soluzione giusta per te.

Quanto tempo richiede l’installazione di una piscina prefabbricata?

L’estate è ormai alle porte e probabilmente anche tu ti starai pensando di acquistare una piscina, magari una di quelle prefabbricate che si installano più celermente rispetto la tipologia tradizionale.

In effetti, la scelta di una piscina prefabbricata potrebbe essere la soluzione ideale per te che hai bisogno di una struttura bella e resistente, ma al tempo stesso che non richieda particolari opere edili.

Proprio per questo le piscine prefabbricate rappresentano una soluzione pratica e conveniente rispetto le piscine tradizionali, dunque una soluzione da tenere certamente in considerazione.

Abbiamo preparato per questo un interessante approfondimento sulle piscine prefabbricate, con focus su tempi di realizzazione, le precauzioni per un uso corretto e consigli per la manutenzione della piscina.

La preparazione del sito

La prima fase dell’installazione di una piscina prefabbricata prevede prima la preparazione del sito.

Il luogo in cui va installata la piscina deve essere livellato e preparato, inclusa l’eliminazione di radici ed erbacce. È importante preparare il sito in modo accurato anche per evitare problemi futuri con la stabilità della piscina.

Per velocizzare le operazioni di preparazione del suolo, assicurati di pulire accuratamente l’area da tutto ciò che potrebbe dare fastidio.

Rimuovi dunque erbacce, radici e altre piante che potrebbero interferire con la stabilità della struttura della piscina.

Installazione della struttura

Dopo la preparazione del sito, si procede con l’installazione della struttura della piscina prefabbricata.

La struttura è autoportante e richiede poche opere edili, caratteristica che rende le piscine in acciaio una soluzione preferibile rispetto le altre. Questa fase richiede solo un giorno o poco più, in base alle dimensioni della piscina, dunuqe puoi considerare che alla ditta incaricata serviranno 24 ore circa in tutto.

Per velocizzare il processo di installazione della struttura, una buona ditta dovrebbe procedere con un sopralluogo nei giorni precedenti, così da assicurarsi che il proprio team possa lavorare in modo più rapido ed efficiente.

Collocazione del rivestimento

Dopo l’installazione della struttura, si procede con la collocazione del rivestimento. Il liner è un ottimo materiale che garantisce la tenuta stagna, e puoi scegliere tra diverse colorazioni.

Solitamente quelle più richieste sono il grigio chiaro perla o il grigio antracite, entrambe in grado di rendere la tua piscina più bella e particolare.

Chiaramente questa fase è delicata in quanto serve precisione assoluta, da qui l’importanza di avere un team di tecnici che possano lavorare in maniera meticolosa e coordinata.

Allaccio delle tubazioni

Dopo la collocazione del rivestimento, si procede con l’allaccio delle tubazioni, ed in particolare le bocchette di mandata e aspirazione che agiscono per mezzo di una apposita pompa.

A questo si associa  un sistema di filtri il cui scopo è quello di mantenere pulita l’acqua ed eliminare ogni evntuale impurità.

Messa in funzione

Dopo l’allaccio alle tubazioni, la tua nuova piscina sarà pronta per essere riempita d’acqua e dunque messa in funzione per il collaudo. Si tratta del momento più bello ed eccitante!

Durante questa fase i tecnici verificheranno che componenti ed optional funzionino correttamente, e che non vi sia alcun tipo di problema in generale.

Accertato questo, sarà possibile iniziare ad utilizzare la tua nuova piscina.

Conclusioni

In sintesi, l’installazione di una piscina prefabbricata può essere completata anche in sole 24 ore, in base alle dimensioni e alla complessità della piscina e del sito di installazione, grazie al fatto che le opere edili sono ridotte al minimo.

Ad ogni modo è durante la fase di sopralluogo che è possibile fare una stima più precisa dei tempi, in quanto molto dipende dalle condizioni del terreno e dal tipo di lavoro propedeutico che è necessario fare per preparare il terreno.

Quando i lavori saranno completati, la tua piscina prefabbricata sarà un elemento meravigioso in grado di aggiungere valore alla tua casa, nonchè un luogo ideale per rilassarsi e divertirsi.

Idee per una festa di compleanno per adolescenti

Stai cercando idee per organizzare una festa di compleanno per i tuoi figli? Non preoccuparti, siamo qui per aiutarti!

Organizzare una festa per un adolescente può essere più impegnativo rispetto quelle per bambini, ma con un po’ di pianificazione e fantasia, potrai creare un’esperienza indimenticabile per il tuo figlio/a ed i suoi amici.

Andiamo allora ad elencare alcune idee divertenti e creative per una festa di compleanno per adolescenti.

Feste a tema

Le feste a tema sono un’ottima idea per un compleanno per adolescenti. Scegli un tema che sia diffuso ed apprezzato dai ragazzi e decorare la festa di conseguenza.

Ad esempio, una festa con il tema dei supereroi, con musica e abiti adatti, può essere un successo e sinonimo di divertimento. Altre idee di temi graditi ai giovani riguardano le feste a tema film o serie TV e le feste a tema sport.

Decorazioni

Le decorazioni sono fondamentali per creare l’atmosfera giusta nella sala per feste individuata. Cerca di includere nel design tutto ciò che rende riconoscibile il tema scelto, anche dal punto di vista dei colori.

Ad esempio, se scegli una festa a tema “Fuga dall’isola deserta“, puoi utilizzare carte del tesoro, lanterne, palme, segnali fai da te e persino scavare buche in miniatura per creare un’atmosfera caraibica.

Cibo e bevande

Cibo e bevande a tema possono aggiungere un tocco speciale alla festa. Ad esempio, se la festa a tema è “Hollywood”, puoi creare cocktail con nomi di film famosi come “Guerre Stellari” o “Edward Mani di Forbice”.

È anche possibile servire alimenti in linea con il tema scelto: ad esempio, per una festa a tema “Caccia al tesoro”, potrebbe essere divertente servire cibo in piccole scatole del tesoro.

Feste all’aperto

Organizzare una festa all’aperto può essere una grande idea, soprattutto se si vive in una zona che presenta delle bellezze naturali.

Si può scegliere di organizzare una festa in un parco pubblico o in un giardino privato. Le attività all’aperto come il tiro con l’arco, la corsa ad ostacoli e la caccia al tesoro sono alcune idee divertenti e coinvolgenti per far divertire tutti.

Feste in casa

Se si preferisce organizzare una festa a casa, ci sono ugualmente tante idee che possono rendere la festa divertente.

Si può scegliere di organizzare una serata con tanti giochi da tavolo, una serata di cinema con popcorn e una selezione di film per ragazzi, oppure direttamente una festa con karaoke.

Attività di gruppo

Le attività di gruppo sono un’ottima idea per coinvolgere tutti i ragazzi che prenderanno parte alla festa.

Ad esempio, si può organizzare una sessione di pittura o creazione di bijoux, che darà ai ragazzi la possibilità di socializzare e creare qualcosa da portare a casa come ricordo della festa.

Photo booth

Pensare ad un photo booth è un’idea divertente che consentirà di catturare i momenti speciali della festa dei tuoi figli.

Puoi creare un’area con uno sfondo a tema, inclusi accessori, costumi e una macchina fotografica.

I ragazzi saranno felicissimi scattare foto divertenti e creare ricordi indimenticabili della festa di compleanno.

Conclusione

In sintesi, organizzare una festa di compleanno per adolescenti può sembrare una sfida non semplice, ma con un po’ di fantasia e conoscendo gli interessi dei ragazzi, creare un’esperienza indimenticabile per i tuoi figli ed i loro amici diventa davvero facile e divertente.

Scegli un tema che sia popolare e diffuso tra i ragazzi, organizza attività divertenti e preparare qualche sorpresa per creare un’atmosfera indimenticabile.

Con queste idee in mente, sarai pronto per organizzare una festa di compleanno che resterà nella memoria dei tuoi figli per sempre.

Cosa fare quando la caldaia perde acqua

Quando la caldaia perde acqua, andiamo tipicamente nel panico perché non sappiamo effettivamente quale possa essere la causa ed il come poter rimediare.

Partiamo allora dal principio che non sempre una perdita d’acqua della caldaia sia sinonimo di guasto importante, e manteniamo la calma così da poter analizzare le possibili cause.

Diciamo innanzitutto che se la caldaia perde qualche goccia d’acqua di tanto in tanto, ciò può essere normale soprattutto se il dispositivo ha ormai più di qualche anno.

Vediamo comunque come procedere quando si riscontra la perdita d’acqua in una caldaia, così da riuscire a risolvere.

Chiaramente fai bene a richiedere l’intervento di un tecnico se non sei a tuo agio con le piccole riparazioni domestiche o se pensi possa trattarsi di una operazione particolare.

Osservazione iniziale

La prima cosa da fare è avvicinarsi alla caldaia e cercare di individuare esattamente da dove provenga l’acqua. In base al tipo di componente dal quale parte il gocciolamento infatti, sarà possibile trovare una soluzione adeguata.

Rimani dunque in fase di osservazione qualche minuto con l’intento di riuscire ad individuare esattamente quale componente stia perdendo acqua e con quale intensità.

Concentra la tua attenzione soprattutto su tubi e raccordi, i quali possono anche bucarsi e dare vita a gocciolamento.

Perché la caldaia perde acqua?

Se non si tratta di un buco ad un tubo o raccordo, il motivo per il quale la caldaia perde acqua potrebbe risiedere nella pressione elevata.

Quando la caldaia rileva di avere una pressione elevata infatti, essa aziona la valvola di sicurezza la quale fa gocciolare via dell’acqua, eliminandola dal circuito, così da diminuire la pressione che puoi leggere nell’apposito indicatore.

Delle volte è anche l’aria presente all’interno dei radiatori stessi a causare una perdita nei pressi della valvola di sfogo.

Come rimediare ad una perdita d’acqua nella caldaia?

Nel caso in cui la fuoriuscita d’acqua sia abbondante, è necessario ridurre la pressione. È possibile farlo azionando l’apposita valvola di sfogo presente su ciascun termosifone e facendo fuoriuscire dell’acqua.

È sufficiente fare questo tipo di riparazione su un solo termosifone per vedere la pressione della caldaia rientrare in valori normali. ovvero quelli compresi tra 1,2 e 1,5 bar.

A questo punto è possibile verificare se effettivamente l’interruzione del gocciolamento dell’acqua sia avvenuta, per scoprirlo ti basterà osservare ancora la caldaia per qualche minuto.

Nel caso in cui il gocciolamento persista, è possibile che il problema sia nello scambiatore o nella la valvola; in questo caso è necessario rivolgersi ad un tecnico.

Considera però che se la caldaia è alquanto vecchia l’intervento di riparazione, considerando la manodopera ed i pezzi di ricambio,  potrebbe non essere più conveniente dal punto di vista economico e per questo motivo faresti bene a considerare l’idea di effettuare direttamente la sostituzione caldaia.

Nel caso in cui tu invece dovessi identificare la perdita in un tubo o raccordo che perde, puoi tentare di sostituire autonomamente il pezzo rotto.

Ricorda intanto di chiudere il rubinetto dell’acqua della caldaia, così da poter poi smontare il tubo rotto e portarlo in negozio così da poterne acquistare un altro dello stesso tipo.

Il più delle volte a rompersi sono i tubi flessibili che hanno un costo alquanto basso, in genere entro le 10€. Sostituito dunque il tubo o il flessibile rotto, puoi montare quello nuovo e aprire nuovamente l’acqua, così da avviare la caldaia e vedere se è tutto a posto.

Considera comunque che è molto importante fare della manutenzione periodica alla caldaia, anche per evitare che possano presentarsi malfunzionamenti come quello che abbiamo appena descritto.

Quale tipo di prato scegliere per il tuo giardino?

Esistono diversi tipi di erba a disposizione per il prato del tuo giardino, ed è fondamentale scegliere la varietà corretta se vogliamo che l’erba cresca in buone condizioni. I fattori che influenzano la scelta sono diversi e devono prevalere sul nostro gusto personale.

Non possiamo piantumare un seme qualsiasi e pensare che germoglierà senza problemi, ma dobbiamo conoscere le caratteristiche del terreno quando scegliamo la varietà da seminare.

Esistono diverse varietà di erba e ognuna di esse è specifica per un clima o per un uso specifico. Se vivi in ​​una zona dove fa caldo non dovresti piantare un prato che non tollera le alte temperature, se vuoi realizzare un campo sportivo dovresti piantare erba che tollera il calpestio e se pianti in una zona che riceve poco sole dovresti scegliere un’erba adatta alle zone ombreggiate.

Di seguito accenneremo di alcuni tipi di prato che puoi trovare in fase di progettazione giardini e delle loro caratteristiche.

I tipi di prato

Quando si semina un prato naturale ci sono due fattori molto importanti da tenere in considerazione:

  • Uso: decorativo, familiare, sportivo. Se vuoi un’erba ornamentale che non calpesterai molto, puoi scegliere un’erba a lame sottili, ma l’erba di un campo sportivo deve essere resistente per sostenere i continui passi.
  • Clima: ci sono semi che crescono bene in climi freschi e umidi, altri sono adatti a climi più caldi. Devi scegliere la varietà adatta al clima in cui vivi, perchè se sbagli è possibile che dopo aver fatto il lavoro di semina non otterrai alcun risultato.
  • Acqua: ci sono varietà di erba che hanno più bisogno di acqua rispetto altre. Nei luoghi in cui le precipitazioni sono scarse sarà consigliabile scegliere una varietà a basso consumo di acqua.
  • Ombra: ci sono piante erbacee che non tollerano luoghi poco soleggiati mentre altre possono crescere bene con poche ore di sole.

Ad ogni modo ricorda che se il processo di semina e manutenzione viene eseguito correttamente, il tuo giardino apparirà verde, denso, sano e resistente esattamente come lo desideri.

Il processo di automazione nell’industria

Il processo di automazione è quell’insieme di operazioni e strategie per le quali viene ridotta la presenza di esseri umani chiamati in prima persona a dirigere le operazioni in occasione di un qualsiasi processo produttivo, e al contrario affidare tali operazioni a delle macchine che sono in grado di svolgere ogni compito in maniera molto più precisa e veloce.

Maggiore precisione e velocità di produzione

Lo scopo dunque è quello di limitare sempre di più la presenza umana in ambito produttivo sia per quel che riguardai  beni che per quanto concerne i servizi, mantenendo chiaramente inalterata la qualità o dov’è possibile aumentarla diminuendo contemporaneamente quelli che sono i costi di produzione. In particolar modo a necessitare dell’automazione sono tutti quei processi produttivi automatici che richiedono grande precisione al fine di riuscire a produrre dei pezzi di alta qualità. È questo il caso dei laser che vengono impiegati per tagliare, saldare o marcare ogni tipo di materiale in base a quella che è la richiesta del cliente.

I laser industriali

I laser industriali dunque rappresentano la tecnologia perfetta per migliorare questo processo automatizzato, diminuendo quelli che sono i costi di manodopera e produzione e andando ad aumentare la qualità e la velocità con la quale si è in grado di preparare i pezzi da commercializzare.

Dunque questo è il motivo per il quale sempre più realtà industriali decidono di adottare un laser o sostituire quello vecchio con uno di nuova generazione se lo si adopera già, riuscendo così a fornire al mercato risposte adeguate sia dal punto di vista della qualità dei singoli pezzi che della velocità di produzione ed evasione degli ordini a partire dal momento in cui un cliente manifesta la necessità di ricevere della merce.

Sul sito di  Optoprim è possibile visionare diversi modelli di laser industriali, tra i quali ci sarà sicuramente quello maggiormente in grado di soddisfare specifiche necessità legate alle esigenze produttive di ogni realtà aziendale.

Il timbracartellini Puma

Il timbracartellini Puma è un ottimo marcatempo con timbratura in colore nero a quattro colonne. Il dispositivo consente ai dipendenti di registrare il proprio ingresso o uscita dalla sede di lavoro in maniera davvero rapida e soprattutto semplice, grazie al comodo e ampio display LCD che consente di visionare in maniera chiara ed inequivocabile quello che è l’orario, nonché la data ed il giorno della settimana.

Segnalazione acustica ad ogni registrazione

Nel caso in cui il dipendente vada a timbrare l’orario di ingresso in ritardo, oppure quello di uscita in anticipo, l’orario sarà contrassegnato con un apposito asterisco, così da andare a facilitare il lavoro dell’ufficio personale che terrà conto di queste variazioni. Il display visualizza dunque sia la data che il giorno, oltre all’orario, ed effettua anche una segnalazione acustica nel momento in cui ingresso o l’uscita vengono registrati. È il dispositivo stesso a trascinare ed espellere il cartellino automaticamente per effettuare le operazioni di stampa, e riconosce automaticamente lo spazio in cui effettuare la marcatura.

Il timbracartellini Puma dispone anche una riserva di memoria tramite batteria al litio, così da continuare ad essere alimentato anche se dovesse mancare la corrente. Il suo calendario automatico consente di gestire autonomamente anche gli anni bisestili, e grazie alle apposite asole è possibile fissarlo a parete o anche sul tavolo, in base alle proprie necessità, così da rendere per i dipendenti particolarmente facili le operazioni di timbratura.

Non più code per timbrare l’ingresso o l’uscita

Si tratta di un dispositivo dal funzionamento semplice ma al tempo stesso efficace ed affidabile, che può consentire anche a diverse decine di dipendenti di timbrare in rapida sequenza il proprio ingresso o uscita dalla sede di lavoro in maniera rapida e senza andare a creare delle code. Sul suo sito ufficiale Cotini srl offre, inclusi nel prezzo del timbracartellini Puma, anche 50 cartellini ed un casellario in plastica da 5 posti. Infine, sempre sul sito ufficiale Cotini srl, è possibile visionare immagini dettagliate di questo articolo oppure anche altri modelli di timbra cartellini.

Pubblicità Out of Home: nel 2023 raggiunge 201 milioni di euro

Nel 2023 il mercato pubblicitario Out of Home (OOH) aumenta la sua importanza all’interno del Media Mix pubblicitario italiano raggiungendo il 7% della raccolta complessiva (+1% vs 2022).
Secondo i dati dell’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano, il mercato OOH tocca quota 696 milioni di euro (+13%).

In questo panorama è sempre più rilevante il ruolo del Digital Out Of Home (DOOH), che con 201 milioni di euro (+21%), pesa circa un terzo sulla raccolta totale del mezzo.
La raccolta pubblicitaria complessiva DOOH si suddivide tra impianti Roadside (65%, pensiline, affissioni ecc), Transit Media (33%, mezzi di trasporto in aeroporti, stazioni, metropolitane), Retail & Leisure (2% circa, negozi, centri commerciali, stadi ecc).

Il Programmatic Digital Out of Home

Lo sviluppo della componente digital e i crescenti investimenti per la diffusione di impianti digitali portano nuove opportunità per il mercato Out of Home, che ora può sfruttare modalità di compravendita simili al Programmatic advertising disponibile per gli spazi pubblicitari online.

In particolare, il Programmatic Digital Out of Home (pDOOH) fa riferimento all’automazione del processo di acquisto, vendita e distribuzione dell’inventory degli schermi digitali, offrendo agli advertiser funzionalità di targeting avanzate per raggiungere gli utenti anche fuori casa.
In Italia il mercato del Programmatic DOOH è ancora piuttosto contenuto anche se registra tassi di crescita rilevanti: nel 2023 vale circa 10 milioni (+61%) e pesa il 5% della raccolta Digital Out of Home.

La misurazione del mezzo Out of Home

Il mercato a oggi è caratterizzato da una molteplicità di tecnologie e modalità di rilevazione di dati utili per la pianificazione e la misurazione delle campagne Out of Home.
In particolare le tecnologie di rilevazione si possono ascrivere a due categorie principali, le classi di dati provenienti da monitoraggio diretto da parte del Media Owner (sensori Wi-fi, beacon bluetooth, cam) e quelle derivanti da player terzi di diversi settori (GPS/SDK app, Telco/SIM).

Questi sistemi permettono di raccogliere dati e informazioni con i quali implementare metriche differenti (tra le quali viewers, tempo di permanenza, tempo di attenzione, frequenza di ritorno) volte a supportare una pianificazione efficace della campagna.

Ma è ancora arduo valutare campagne complesse

Se questi approcci abilitano l’effettiva possibilità di una valutazione dell’impatto atteso delle campagne, agli occhi degli advertiser rimangono alcune aree rilevanti di miglioramento.
Tra queste emergono soprattutto l’eterogeneità dell’offerta da parte delle concessionarie Out of Home, la frammentazione del mercato e la mancanza di uniformità delle metriche proposte, per cui una stessa metrica può essere basata su calcoli e dati diversi a seconda del Media Owner di riferimento.

Questo ha come conseguenza un sistema di misurazione che rende ancora ardua la valutazione di campagne complesse, soprattutto nel caso di stima dell’impatto di iniziative cross-media che vedono integrata all’OOH anche l’attivazione di altri mezzi (Tv, mobile, ecc.).

Tra il 2024 e il 2028 serviranno da 3,1 a 3,6 milioni di occupati

Emerge dal report sulle Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior e realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro: tra il 2024 e il 2028 il mercato del lavoro italiano potrà esprimere un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati.

Nello scenario più positivo, in Lombardia, con un fabbisogno atteso pari a 669mila unità, si concentrerà oltre il 18% dell’intera domanda nazionale, nel Lazio il 9,8% (356mila unità), in Campania l’8,8% (320mila), in Emilia-Romagna l’8,4% (306mila) e in Veneto l’8,3% (302mila). 
Sulle previsioni inciderà l’effettivo impatto delle risorse stanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Circa il 41% del fabbisogno interesserà dirigenti, specialisti e tecnici

Le necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro determineranno la gran parte del fabbisogno (2,9 milioni di unità nel quinquennio), pari a una quota dell’80% nello scenario positivo e del 92% in quello negativo.

Nel 2024-2028, per l’insieme dei settori privati e pubblici, circa il 41% del fabbisogno complessivo interesserà dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,3-1,5 milioni), mentre le professioni commerciali e dei servizi assorbiranno il 19% del fabbisogno totale, gli impiegati il 15%, gli operai specializzati l’11% e i conduttori di impianti il 6%.
Rispetto all’attuale struttura professionale saranno perciò destinate a crescere le professioni specialistiche e tecniche, ma anche quelle impiegatizie, mentre continueranno a diminuire operai specializzati e conduttori di impianti.

Atteso mismatch in ambito STEM

Circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con diploma liceale e il 46% personale in possesso di formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale.
In particolare, nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di personale con titolo in ambito STEM, che determinerà un significativo mismatch rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione.

Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare, infatti, ogni anno tra 8mila e 17mila giovani.
Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila-12mila giovani), economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).

Le transizioni green e digitale incideranno sulla domanda

Anche per la formazione secondaria di tipo tecnico-professionale è prevista una carenza di offerta, che riguarderà sia i percorsi quinquennali (mancheranno tra 13mila-42mila giovani all’anno) sia quelli di Istruzione e Formazione Professionale. 

I macro trend delle transizioni green e digitale incideranno sulla domanda di personale, portando sia all’innalzamento delle competenze verdi e digitali richieste sia alla nascita di nuove figure professionali.
Si stima che tra il 2024 e il 2028 il possesso di competenze green verrà richiesto con importanza almeno intermedia a oltre 2,3 milioni di lavoratori (quasi i due terzi del fabbisogno del quinquennio) e le competenze digitali a 2,1 milioni, oltre il 58% del fabbisogno totale.

Il mercato italiano della distribuzione IT: bilanci e prospettive  

Il panorama della distribuzione IT italiana ha chiuso il 2023 con segno negativo. Il comparto ha infatti registrato una diminuzione del 7,8% a valore rispetto all’anno precedente. Secondo i dati del Panel Distribuzione GfK, tutti i principali settori hanno subito un calo, coinvolgendo sia il lato Consumer con una contrazione del 10,6%, sia gli investimenti degli utenti Business con un -6,1%.

Tensioni sul mercato 

La diminuzione del valore di mercato è attribuibile alla fine delle tensioni sull’offerta di prodotti, che ha riportato i prezzi unitari ai livelli pre-pandemici. Questa situazione ha messo in luce la sfida per i protagonisti della catena distributiva nel recupero della marginalità, erosa da una disponibilità eccessiva di prodotti Tech rispetto alla domanda effettiva.

La trasformazione della distribuzione IT con la Supply Chain 4.0

Uno degli elementi principali che emerge dal panel è la trasformazione della distribuzione IT end-to-end, accentuata dall’avvento della Supply Chain 4.0. Questa fase è caratterizzata dall’applicazione dell’Internet of Things, della robotica avanzata e dell’analisi dei big data nella gestione della filiera. L’attenzione si concentra su processi di pianificazione avanzati come la pianificazione analitica della domanda o S&OP integrato, che sono ormai diventati processi consolidati in molte realtà aziendali.

S&OP per la gestione della Supply Chain

In questo contesto è cruciale l’implementazione efficace del processo di Sales and Operations Planning (S&OP). Tale processo rivisita i piani di allineamento tra la domanda del cliente e le forniture per l’orizzonte di pianificazione prefissato.

La pianificazione derivante dal processo S&OP consente al team di gestione di analizzare le performance passate, identificare le aree di miglioramento e definire azioni future per raggiungere gli obiettivi desiderati.
La frequenza di revisione del processo dipende da fattori come il ciclo di vita del prodotto e la variabilità della domanda. Quindi, un processo di S&OP efficace abilita una gestione efficace lungo tutta la Supply Chain.

Il ruolo delle tecnologie emergenti 

Negli ultimi anni, tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa, l’analisi dei dati, l’automazione, l’apprendimento automatico, l’Internet of Things e la blockchain hanno già rivoluzionato le pratiche tradizionali nella gestione della Supply Chain. L’evoluzione verso una catena di approvvigionamento intelligente sembra essere la nuova normalità che caratterizzerà gli anni a venire.

Lavoro e GenZ: “non siamo sfaticati”

I nativi digitali vogliono essere protagonisti del loro futuro e ceo dei loro sogni, al contempo, rigettano alcuni stereotipi che li accompagnano nel mondo del lavoro. Di fatto, non vogliono essere definiti una generazione ‘sfaticata’.

Stando ai risultati dall’ultima ricerca di Zelo sul mondo del lavoro, il 41% dei GenZ preferirebbe lavorare in una grande azienda, anche se le multinazionali piene di superuomini e superdonne ‘sempre performanti’ intimoriscono i ragazzi. Inoltre, vorrebbero esser a capo di un’azienda tutta loro, ma quando si tratta di doversi prendere le responsabilità affermano di volerle condividere con il team, o non volersele ‘accollare’ perché generano ansia (60%).

Il lavoro ideale non è scandito da regole, ma da obiettivi

I ragazzi Z vivono nella costante paura del fallimento e del timore del giudizio. Abituati alla gratificazione immediata dei social, per loro i feedback non sono un plus, ma l’ossessione che li guida nei progetti e nelle loro giornate lavorative. Il feedback deve avere con sé un suggerimento o esempio concreto (38%), e un riscontro negativo li porta a dubitare di sé stessi (37%).

La GenZ ha anche bisogno di leader che sappiano motivare e ‘parlino bene di loro’ con gli altri. Non stupisce quindi che affermino di sentirsi gratificati se ricevono complimenti dal capo o i colleghi (60%) o premi in denaro (37%).
Il lavoro ideale? Non è scandito da regole, ma da obiettivi chiari (42%), meglio se nelle prime fasi di onboarding c’è un tutor dedicato (49%. 

Gli amici al lavoro placano la Fomo

Anche sul posto di lavoro, poi, sono alla ricerca di nuovi amici con cui magari fare i Be Real durante la giornata e con cui andare agli eventi post lavoro per placare la Fomo (Fear of Missing Out), la paura e l’ansia sociale di essere esclusi da esperienze ed eventi.

E anche lo smart working si rivela un ‘falso mito’ per attrarre la GenZ, visto che il 39% non lo ritiene fondamentale se il lavoro piace. Al contrario, un 14% pensa che il lavoro da remoto sia ‘indispensabile’ proprio per limitare quell’ansia sociale che questa generazione vive costantemente.
A fronte di una generazione ‘emotiva’, profondamente diversa da quelle che l’hanno preceduta, anche gli Hr devono rivedere i loro modelli operativi.

La recruting journey va ripensata

Occorre infatti che gli ultimi vent’anni sono gli unici in cui hanno vissuto i ragazzi della GenZ e sono anche quelli in cui si è alleggerito sensibilmente il livello di formalità in ogni ambito della vita.

Ad esempio, ‘dare del lei’ è diventato demodé, le chat hanno preso il posto delle panchine e i grandi must di eleganza sono diventati pezzi iconici per le feste in maschera.
La recruting journey va ripensata: dal linguaggio ai cerimoniali di accoglienza, dai job title all’iter di selezione, tutto quello che si fa per ‘sembrare seri’ oggi non convince più.

Lavoro: nel 2024 il 61% cercherà una nuova posizione 

Secondo un’indagine condotta su scala internazionale da Linkedin, circa 6 italiani su 10 (61%) stanno valutando nuove sfide professionali nell’anno in corso. E la principale motivazione è sicuramente la possibilità di un aumento di retribuzione (34%), seguita dalla ricerca di una migliore work-life balance, importante per il 23% dei professionisti nel nostro Paese.

In Italia, sono le donne a farsi da protagoniste della tendenza a esplorare nuove opportunità professionali, con il 66% delle intervistate (56% uomini) che dichiara di valutare o cercando attivamente una nuova posizione.
In questo scenario, la competizione tra professionisti si fa sempre più alta e la capacità di valutare correttamente e ampliare le proprie skill diventa fondamentale.

L’importanza delle skill

Più della metà (51%) dei professionisti dichiara però di trovare frustrante l’attività di ricerca di un nuovo lavoro. Tra le donne, il senso di disagio è più alto (56%) rispetto agli uomini (46%).
Non solo, il 35% delle intervistate non sa come allineare le proprie competenze con quelle richieste per accedere a nuove opportunità professionali, contro il 47% che si sente sicura.

In generale, lavoratori e lavoratrici in Italia sembrano consapevoli dell’importanza delle competenze. Il 74% degli italiani, infatti, considera il re-skilling necessario, percentuale che sale all’80% tra i Millennials.
Le skill ritenute più importanti sono capacità di problem solving (31%), abilità nel comunicare (30%) e conoscenza di una o più lingue straniere (23%).

Voglia di crescita per Millennials, GenZ e Gen X

Se il 55% dichiara di volersi nuovamente concentrare sul proprio percorso di crescita professionale, il dato sale al 58% tra i Millennials, al 56% tra GenZ e GenX per poi abbassarsi al 48% tra i Boomers.
L’attenzione è alta anche per quanto riguarda i metodi di ricerca: il 43% (48% Millennials) ha cambiato strategia per stare al passo con i cambiamenti nel mondo del lavoro. Resta basso, tuttavia, il numero di application ricevute da parte delle aziende di destinazione. Il 43% dei professionisti afferma di ottenere raramente un feedback.

Sembra poi essere diffuso un certo spirito di imprenditorialità: il 56% sta valutando la possibilità di mettersi in proprio, rimanendo nel proprio settore (19%), cambiando campo (15%), o trasformando la propria passione in un lavoro vero e proprio (22%).

Il punto di vista degli HR

Il 62% degli hiring manager ritiene che nel 2024 i datori di lavoro avranno maggiore capacità di negoziare con i candidati. Tuttavia, il 39% dei responsabili delle assunzioni prevede un aumento del tasso di turnover e il 55% sottolinea la difficoltà di trovare candidati qualificati.

Il 31% degli intervistati ritiene, come riporta Adnkronos, che fornire programmi interni di apprendimento e sviluppo (L&D) centrati, ad esempio, sull’AI generativa sia fondamentale per trattenere i talenti più qualificati.
Più nel dettaglio, secondo il 71% degli intervistati i dipendenti della GenZ hanno bisogno di ulteriore supporto per sviluppare le soft skills (come comunicazione, collaborazione, negoziazione), nonostante per il 76%8 degli hiring manager siano i più aperti all’adozione di nuove tecnologie, come l’AI.

Acquisti online, per il 39% è meglio del negozio fisico

Il Global Consumer Trends Report di BigCommerce e Retail Dive ha rivelato che il 39% delle persone intervistate preferisce effettuare acquisti online, mentre solo il 21% predilige il tradizionale negozio fisico. L’indagine fa riferimento a un campione di 1.300 individui distribuiti fra Europa, Nord America, Medio Oriente e Africa.

Convenienza e flessibilità guidano le scelte

Il 77% degli acquirenti online ha dichiarato di aver speso nel 2023 quanto o più rispetto all’anno precedente. La convenienza e la flessibilità degli acquisti digitali, unite alla possibilità di ricevere sconti esclusivi e omaggi, hanno contribuito a all’aumento delle spese sul web.

Shopping almeno due volte al mese 

Il 76% degli intervistati effettua acquisti attraverso siti web, app o social media almeno due volte al mese, mentre quasi la metà (49%) compie almeno un acquisto online a settimana. Ma cosa si compra? Gli ambiti preferiti risultano essere abbigliamento e accessori (47%), salute e bellezza (40%) e ristoranti e generi alimentari (36%).

Per quanto riguarda gli acquisti su abbonamento, i generi alimentari sono la categoria più popolare (30%), seguiti da intrattenimento (22%) e cosmetici/cura del corpo (21%).

Spedizione gratuita: una formula fondamentale  

Il 40% degli intervistati considera uno dei principali svantaggi dello shopping online la necessità di pagare costi aggiuntivi per la spedizione. La spedizione gratuita è diventata un’aspettativa fondamentale per i consumatori digitali, con il 26% che ammette di aver abbandonato il carrello proprio a causa delle spese di spedizione.

Ricerche e confronti prima di pagare il carrello 

I consumatori online effettuano ricerche e confronti prima di acquistare. La maggior parte delle ricerche avviene su dispositivi mobili (61%), seguite da quelle sul web (57%) e su marketplace (57%).

Tuttavia, non solo i consumatori effettuano ricerche per trovare i prodotti che desiderano, ma effettuano anche confronti di prezzo con i rivenditori concorrenti. Il 95% dei consumatori intervistati dichiara di confrontare i prezzi prima di acquistare un prodotto.

Buy Now, Pay Later (BNPL): cresce l’interesse per i pagamenti flessibili  

Il 23% degli acquirenti ha utilizzato il Buy Now, Pay Later (BNPL), dimostrando un crescente interesse nei metodi di pagamento flessibili. Nonostante la prevalenza delle carte di credito o debito (93%), il BNPL sta guadagnando popolarità nel processo di checkout. Insomma, è il segnale che la possibilità di pagare in modalità diversificate sta diventando un plus.

Data Center, un settore che in Italia vale 654 milioni di euro

In Italia, il mercato della colocation dei Data Center, ovvero la compravendita o l’affitto di infrastrutture per ospitare server e dati delle organizzazioni, ha raggiunto nel 2023 un valore di 654 milioni di euro, registrando un aumento del 10% rispetto al 2022.

Si prevede che, in condizioni favorevoli, tale dato possa addirittura raddoppiare entro il 2025. Questo settore ha generato un indotto significativo, influenzando positivamente i mercati digitali abilitati da queste infrastrutture.

Milano è il primo polo infrastrutturale del Paese

Le nuove aperture di Data Center nel 2023 hanno portato la potenza energetica nominale attiva in Italia a 430 MW, registrando un incremento del 23% rispetto all’anno precedente. Milano si conferma come il principale polo infrastrutturale del Paese, con 184 MW, proponendosi come un punto di interesse crescente nel panorama europeo dei Data Center, anche se ancora distante da realtà consolidate come Francoforte.
Altre città emergenti in questo contesto sono Madrid e Varsavia.

Un comparto estremamente dinamico

Il primo Osservatorio Data Center, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, ha presentato questi dati all’evento “Data Center Economy: l’Italia a un punto di svolta”. Si evidenzia un’accelerazione nel settore, con 23 organizzazioni (di cui 8 nuove nel mercato italiano) che prevedono l’apertura di 83 nuove infrastrutture tra il 2023 e il 2025, con un potenziale investimento complessivo di fino a 15 miliardi di euro.

Tale sviluppo è parte di un cambiamento più ampio nel panorama europeo, con una decentralizzazione dell’ecosistema Cloud e una maggiore attenzione alla riduzione della latenza nella trasmissione dei dati, promuovendo la creazione di nuove infrastrutture di prossimità (edge computing). L’Italia si sta posizionando come un polo di riferimento nella gestione del dato e nella Cloud sovereignty, anche grazie al PNRR e alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Le sfide italiane e il vuoto normativo

Tuttavia, l’Italia deve affrontare alcune sfide. Il settore dei Data Center non è ancora riconosciuto a livello regolatorio, causando incertezze e ritardi nei processi di apertura di nuove infrastrutture. È fondamentale definire norme specifiche e procedure chiare. Inoltre, i Data Center di potenza superiore ai 10 MW richiedono un allacciamento all’alta tensione, un’infrastruttura non sempre disponibile sul territorio, necessitando di investimenti per potenziare la rete elettrica nazionale.

In conclusione, l’Italia si trova di fronte a un’opportunità unica nel settore dei Data Center, ma è cruciale affrontare queste sfide regolatorie e infrastrutturali per sfruttarla appieno e diventare un punto chiave nell’infrastruttura digitale europea e mediterranea.

Lavoro: i cinque trend chiave del 2024

Il lavoro nel 2024 si preannuncia come un ambiente dinamico, dove adattabilità, innovazione e impatto sociale saranno le chiavi per il successo.

Una crescente domanda di lavoratori altamente qualificati, l’automazione nei processi di recruitment, l’espansione del lavoro ibrido, la necessità di una formazione continua e la crescente importanza dell’equilibrio tra vita professionale e privata sono pertanto le cinque tendenze che definiranno il panorama occupazionale nel 2024.
Le ha identificate Indeed basandosi sui dati e le osservazioni del 2023.

Risposta agile alle nuove tecnologiche disruptive

Il rapido sviluppo dell’AI, dell’automazione e delle nuove tecnologie richiederà un’adattabilità senza precedenti da parte di lavoratori e aziende.
Il 2024 sarà perciò caratterizzato da una crescente domanda di competenze digitali, in particolare, riguardo AI, robotica e programmazione.
Indeed prevede che la formazione continua diventerà una priorità, con un focus crescente su competenze digitali e nuove metodologie di lavoro.

Ma al centro delle politiche aziendali ci sarà anche l’equilibrio tra lavoro e vita personale.
La pandemia ha ridefinito le aspettative dei dipendenti riguardo lavoro flessibile e opzioni di lavoro da remoto.
Le aziende che abbracciano e promuovono un ambiente di lavoro flessibile risulteranno più attrattive.

Innovazione nell’assunzione e nella gestione del personale

La crescente competizione per i talenti porterà a un’innovazione significativa nei processi di assunzione e gestione del personale.
L’integrazione dell’AI nel recruiting diventerà la norma, ottimizzando e automatizzando la corrispondenza tra candidati e posizioni aperte.

Ma i temi emergenti della salute digitale, la tecnologia blockchain e la sostenibilità vedranno un interesse costante anche nel 2024, sia da parte dei datori di lavoro sia di coloro che lo cercano.
Inoltre, le aziende saranno sempre più valutate anche per l’impatto sociale e ambientale. Le organizzazioni che integrano sostenibilità, inclusività e responsabilità sociale nella cultura aziendale attireranno e manterranno talenti di alto livello.

Rimane alta l’attenzione per flessibilità, inclusività e well-being

“Le tecnologie emergenti come l’AI stanno rivoluzionando il modo in cui le aziende assumono e gestiscono i lavoratori, ed è un tema che rimarrà centrale, insieme agli altri aspetti dell’innovazione – commenta Roberto Colarossi, senior sales director di Indeed -. Tuttavia, rimane fondamentale trovare il giusto equilibrio tra l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche e l’umanizzazione di tutto il processo di assunzione. Ma non ci sono solo le nuove tecnologie: rimane alta l’attenzione per flessibilità, inclusività e well-being, sempre più importanti per attrarre e trattenere i migliori talenti. Le competenze digitali, anche in settori tradizionalmente non tecnologici, si confermano essenziali, per rimanere competitivi, infatti, sarà fondamentale garantire una formazione continua”.

Giovani e lavoro: sì, ma smart, sostenibile, con più tempo per sé

Nelle nuove generazioni l’atteggiamento verso il lavoro è differente. Flessibilità di orari, smartworking, welfare aziendale, possibilità di conciliare i tempi di vita-lavoro e sostenibilità, oltre a carriera e aspetti economici, per loro sono gli aspetti più importanti dell’attività lavorativa.
Tanto che dalle survey del centro ricerche Aidp (Associazione italiana direzione personale) emerge che le dimissioni volontarie hanno riguardato nel 70% dei casi giovani tra 26 e 35 anni.

“Le motivazioni di questo fenomeno sono state migliori condizioni di lavoro in termini di flessibilità di orari e modalità di lavoro”, spiega Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp, all’Adnkronos/Labitalia. Infatti, nel 57% dei casi le aziende hanno difficoltà a trattenere o assumere personale se non viene garantito lo smartworking.

L’identikit del lavoro “tipo”

Il lavoro ideale per i giovani deve garantire il work-life balance declinabile nella possibilità di fare smartworking e uno stipendio adeguato non solo alle competenze, ma anche coerente con il costo della vita.
Inoltre, “un ambiente di lavoro aperto alle novità, quindi innovativo, tecnologico, in cui i giovani possano sentirsi liberi di esprimere le loro idee senza timore e in cui possano apportare, in maniera pragmatica, un valore aggiunto”, aggiunge Marandola.

Anche secondo Rosario Rasizza, presidente Assosomm e ad Openjobmetis, “il tema della conciliazione di tempi ed esigenze tra vita e lavoro è sempre più al centro dell’attenzione, non solo dei giovani”.
Riscoprire l’importanza di coltivare relazioni e passioni, anche al di là della vocazione professionale, è un’eredità della pandemia.

La risposta delle aziende

Dal canto loro, le aziende mostrano disponibilità nei confronti delle esigenze dei giovani. All’interno delle organizzazioni oggi si ascolta di più.
“Si stanno affermando forme di lavoro sempre più inclusive, socialmente responsabili e sostenibili – continua Marandola -. Gli Hr oggi sono più aperti al dialogo e all’ascolto e credo che questo cambiamento rappresenti, in un’ottica sia sociale sia lavorativa, un’importante svolta”.

E per Rasizza, le aziende “si stanno sempre più allineando, come dimostrano le richieste da parte delle nostre aziende clienti che spesso ci chiedono consulenza in tal senso. Qualche volta, rileviamo qualche resistenza nel prendere in considerazione misure più flessibili e inclusive, ma la strada è ormai segnata lungo questo trend”.

Ma a volte serve un po’ di apertura mentale

“Potremmo quasi dire – sottolinea Rasizza – che oggi sono i candidati, e ancor più se parliamo di giovani, a fare un colloquio ai loro potenziali datori di lavoro. È un segno dei tempi, da non far coincidere necessariamente con una scarsa disponibilità all’impegno e al sacrifico. Per contro, mi piacerebbe vedere una maggiore disponibilità di chi entra nel mercato del lavoro a prendere in considerazione opportunità magari non perfettamente in linea con i propri studi o i propri sogni: a volte, serve un po’ di coraggio e di apertura mentale nel costruirsi esperienze che saranno comunque in grado di fortificare hard e soft skill”.