Marketplace: metà aziende non li usano, ma i consumatori li preferiscono 

La grande maggioranza dei consumatori online compra sui marketplace, ma solo meno della metà delle aziende che utilizza l’e-commerce li usa per commercializzare i propri prodotti. È quanto emerge dalla ricerca realizzata da Yocabè e Confcommercio Roma, in collaborazione con l’istituto di ricerca Format Research, dal titolo Esigenze e politiche delle imprese in termini di servizi e logistica.
Se infatti sono oltre 80 mila le imprese che utilizzano l’e-commerce come canale di vendita, solo il 46,4% è presente sui marketplace. Il 20,5% delle imprese presenti sui marketplace li ha scelti come unico canale di vendita online, mentre il 25,9% preferisce una combinazione di marketplace e sito proprietario.

La logistica è il tallone d’Achille dell’e-commerce

Ed è la logistica a rappresentare il tallone d’Achille dell’e-commerce. In generale, infatti, le difficoltà incontrate dalle imprese nello sviluppo dell’e-commerce sono la gestione della logistica e i costi di spedizione (34,3%), oltre agli investimenti necessari per il marketing (25,4%). Più della metà delle imprese, poi, afferma che le principali barriere alla crescita del loro e-commerce sono la gestione della logistica (52,9%) e l’utilizzo di piattaforme tecnologiche (50,2%). Le imprese che scelgono di gestire in proprio il magazzino, avvalendosi dei corrieri dei fornitori per i trasporti, sono però in netta prevalenza (82,9%), e sono proprio queste a esprimere il maggior grado di soddisfazione.
Al contrario, le imprese che si affidano esclusivamente ai marketplace lamentano soprattutto la gestione dei resi (54,8%).

Il 91% dei consumatori utilizza le piattaforme

Il 91% dei consumatori utilizza abitualmente le piattaforme marketplace come canale di acquisto, e solo in misura decisamente minore (40%) il sito di un negozio fisico o di un brand. I fattori di attrazione verso i marketplace per i consumatori sono principalmente l’esattezza dell’indicazione dei tempi di spedizione e la sicurezza di acquistare tramite un brand conosciuto. Ma anche l’economicità o la gratuità delle spese di spedizione e dei resi. Le piattaforme preferite? Su tutte Amazon (95%), poi eBay (41,6%) e Zalando (39,0%).

Cosa influenza gli acquisti? Spese e tempi di spedizione 

La preferenza dei consumatori si orienta invece sull’e-commerce di un negozio qualora siano presenti aspetti come spedizione e reso gratuiti (65,3 e 60,1%), maggiore semplicità della procedura dei resi e indicazione del giorno di consegna (50,5%). In generale, però, molti consumatori hanno riscontrato problemi durante un acquisto online. Si tratta del 76,3%, una percentuale non trascurabile, che potrebbe rinunciare ad acquistare a causa di fattori legati alla gestione della logistica e del canale di vendita, più che al prodotto in sé.
In ogni caso, dalla ricerca emerge che i principali ostacoli all’acquisto sono i costi di spedizione troppo alti (45,9%) e i tempi di spedizione troppo lunghi (31,7%).
Sono infatti soprattutto i costi eccessivi che influiscono sugli acquisti successivi dei consumatori sui medesimi siti. 

L’experience dei dipendenti è in cima alle priorità dei responsabili IT

Se sono sempre più numerose le organizzazioni a livello globale a dimostrarsi consapevoli dell’impatto del network sugli obiettivi aziendali, rimane la necessità di sbloccarne tutto il potenziale. Nonostante la continua richiesta di lavoro ibrido, i leader IT non riescono infatti a comprendere appieno la connessione tra il network aziendale e le competenze dei dipendenti.
È quanto emerge dalla ricerca pubblicata da HPE Aruba Networking. Sebbene tre quarti degli intervistati ritengono la digitalizzazione fondamentale per consentire ai dipendenti di svolgere il proprio lavoro e per attrarre e trattenere i talenti, solo il 55% vede la forte rilevanza del network aziendale in queste aree.

Il ruolo del network

IT e business leader riconoscono sempre più le potenzialità e la portata dell’impatto del network, ma secondo il 44% dei leader IT il network è visto dalla propria azienda e dalla sua leadership principalmente come uno strumento per la trasformazione digitale, e il 33% afferma che la propria organizzazione ritiene che esso svolga un ruolo più ampio nella trasformazione del business.
Al contrario, solo il 23% afferma che la propria organizzazione considera la rete solo per la sua connettività funzionale. Tuttavia, i risultati hanno anche evidenziato la mancanza di capacità di identificare la rete come origine di questa trasformazione, in particolare, per quanto riguarda la valorizzazione dell’esperienza dei dipendenti.

Connettere le competenze dei dipendenti

Poiché il riconoscimento dell’importanza del network per l’attrazione e la fidelizzazione dei dipendenti si colloca all’ultimo posto di tutte le aree aziendali indicate, non sorprende che questa sia anche l’area in cui i leader IT ritengono che il network abbia attualmente l’impatto minore o meno positivo.
Questo diventa ancor più evidente se si considera ciò che le reti odierne sembrano in grado di offrire. Solo il 43% dei responsabili IT afferma infatti che il proprio network consente al personale di lavorare da qualsiasi luogo, e solo il 34% concorda sul fatto che il network è in grado di offrire una connettività continua. Inoltre, per quanto riguarda la personalizzazione digitale, sono ancora meno (29%) coloro che affermano che il loro network consente di offrire ai dipendenti un servizio BYOD (Bring-Your-Own-Device).

Le aree dove la rete genera un ROI

Le tre correlazioni più forti che i leader IT hanno stabilito tra il network e le varie aree di business sono efficienza IT, efficienza operativa e sicurezza informatica.
Queste sono anche le aree in cui gli intervistati vedono il maggiore impatto del network, e dove coloro che hanno investito nella rete negli ultimi due anni vedono i maggiori risultati di business.
In compenso, coloro che non sono stati in grado di investire nella rete hanno registrato in media un impatto positivo inferiore del 21% in tutte le aree di business. Per sbloccare il vero potenziale della rete, quindi, il budget deve essere destinato all’infrastruttura più appropriata, in grado di modernizzare tutti gli aspetti delle operazioni di rete.

Richieste di prestiti: I trimestre 2023 +7,2%, ma importo medio -0,2% 

Emerge dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF sul credito alle famiglie italiane: nei primi tre mesi del 2023 le richieste di prestiti aumentano del +7,2%, ma l’importo medio richiesto, tra prestiti personali e finalizzati, si attesta a 8.596 euro, -0,2% rispetto al primo trimestre 2022. Nel solo mese di marzo la contrazione dell’importo medio risulta ancora più accentuata rispetto alla media del trimestre precedente (-1,1%). Una conferma del fatto che le famiglie propendono per un credito rateale con importi più contenuti. Tuttavia, per le diverse forme tecniche la dinamica è divergente: i prestiti finalizzati si contraggono del -2,7% rispetto al corrispondente periodo del 2022, mentre i prestiti personali continuano a galoppare a un ritmo a doppia cifra (+23,7%). 

A prevalere per le famiglie italiane è la prudenza

Per entrambe le forme tecniche si registra una generale contrazione dell’importo medio richiesto: nei primi 3 mesi dell’anno i prestiti finalizzati si attestano a 5.925 euro (-2,7%), mentre quelli personali toccano un valore medio di 12.092 euro (-5,6%). Quanto alla tipologia della domanda, un finanziamento su due presenta un importo inferiore a 5.000 euro (53,1% del totale), mentre un 34,7% richiede un prestito tra 5.000-20.000 euro, e solo il 12,2% di richiedenti supera i 20.000 euro.
A prevalere per le famiglie italiane è quindi la prudenza, con piccoli importi dilazionati nel tempo: il 27,5% sceglie di estinguere il finanziamento in 5 anni e il 20,6% nell’arco dei 25-36 mesi.

La fascia 45-54 anni è pari al 23,9%

Se aggiungiamo la variabile età del richiedente, è la fascia 45-54 anni a risultare maggioritaria (23,9%), seguita dai 35-44 anni (21,0%) e sull’ultimo gradino del podio l’età compresa tra i 25-34 anni (19,7%). A trainare la ripresa sono le spese legate al tempo libero, con il settore viaggi passato da +302%, nel primo trimestre 2022 a una crescita del +26% nell’ultimo trimestre. Inoltre, i consumi delle famiglie cambiano e aumenta la sensibilità verso mezzi alternativi all’auto, infatti si sceglie di finanziare mezzi alternativi quali motociclette, biciclette e similari, ad esempio i monopattini, cresciuti del 25% dall’inizio del 2022 alla fine dell’anno. 

Più polizze meno auto

Le famiglie aggiungono inoltre nel carrello della spesa le polizze assicurative, la cui propensione all’acquisto è cresciuta nel corso dei mesi fino a raggiungere un +19% nell’ultimo trimestre 2022.
Continua invece ad arrancare il settore automotive, che soffre la difficoltà nel reperire le materie prime mettendo in crisi l’intera supply chain del comparto. Ne risentono pertanto i finanziamenti verso le auto nuove, che oscillano da un -22% nel primo trimestre 2022 fino a risalire, seppur ancora in un territorio negativo, a un -2,2% nel quarto trimestre dell’anno scorso.

Nei prossimi 5 anni quasi 3 milioni di occupati andranno in pensione

Con la legislazione vigente nei prossimi 5 anni quasi il 12% degli italiani lascerà definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età. La stima è dell’Ufficio studi della CGIA, che ha elaborato i dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal. In dettaglio, tra il 2023 e il 2027 il mercato del lavoro italiano richiederà 3,8 milioni di addetti, di cui 2,7 milioni (il 71,7% del totale) in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione, e più di un milione di nuovi ingressi (il 28,3% del totale) saranno legati alla crescita economica prevista in questo quinquennio. 
Dei 2,7 milioni di addetti che nei prossimi anni scivoleranno verso la quiescenza, la metà, poco meno di 1,4 milioni, interesserà i dipendenti privati, oltre 670mila il pubblico impiego, e la stessa cifra il mondo del lavoro autonomo.

Il 91,6% del totale riguarderà il pubblico impiego

Tuttavia, se si calcola l’incidenza della domanda sostitutiva sul totale del fabbisogno occupazionale nelle tre posizioni professionali principali (dipendenti privati, dipendenti pubblici e indipendenti), il valore più elevato, pari al 91,6% del totale, riguarderà il pubblico impiego. Quanto alle filiere produttive/economiche più interessate dall’esodo degli occupati verso la pensione, in termini assoluti sono la Sanità (331.500 addetti), le attività immobiliari, noleggio/leasing, vigilanza/investigazione, altri servizi pubblici e privati (come pulizia, giardinaggio e PA esclusa sanità, assistenza sociale e istruzione), che contano 419.800, e commercio e turismo (484.500).

A rischio i principali settori del Made in Italy

Se, anche in questo caso, si misura l’incidenza della domanda sostitutiva sul fabbisogno occupazionale, i settori che entro i prossimi 5 anni si troveranno maggiormente in difficoltà saranno la Moda (91,9%), l’Agroalimentare (93,4%) e il Legnoarredo (93,5 %). Insomma, i principali settori del nostro Made in Italy rischiano di non poter più contare su una quota importante di maestranze di qualità e di elevata esperienza. Di fatto, il progressivo invecchiamento della popolazione italiana sta provocando un grosso problema al mondo produttivo.

Denatalità e mismatch tra domanda e offerta di lavoro

Da tempo, ormai, gli imprenditori, anche del Sud, denunciano la difficoltà di trovare sul mercato del lavoro sia personale altamente qualificato sia figure professionali di basso profilo. Se per i primi le difficoltà di reperimento sono strutturali, a causa del disallineamento tra scuola e mondo del lavoro in alcune aree del Paese, per le seconde si tratta di opportunità di lavoro che spesso i nostri giovani rifiutano di accettare, e solo in parte vengono ‘coperte’ dagli stranieri. Una situazione che nei prossimi anni è destinata a peggiorare. In primo luogo, per gli effetti della denatalità, e in secondo per la cronica difficoltà a incrociare la domanda e l’offerta di lavoro.

Gli smartphone Android potranno essere localizzati anche da spenti 

Google sta lavorando alla prossima generazione della funzione ‘Trova il mio dispositivo’ da oltre un anno. Il servizio potrà creare una rete di tracciamento di dispositivi Android, e consentirebbe di individuare la posizione di uno smartphone smarrito sfruttando oltre 3 miliardi di dispositivi Android dislocati in tutto il mondo. Secondo l’informatore Kuba Wojciechowski la funzione potrebbe chiamarsi Pixel Power-off Finder, e manterrebbe sempre abilitato il Bluetooth sul dispositivo, anche quando il telefono non è acceso, così come già accade per gli iPhone di Apple. Google ha anticipato l’arrivo della ‘rete’ a dicembre, e ha iniziato a implementare un interruttore (‘Memorizza posizione recente’) per ‘Trova il mio dispositivo’ a gennaio. Questo interruttore consentirà di attivare la condivisione della posizione del dispositivo con Google.

Un nuovo livello di astrazione hardware

La funzione richiederebbe al telefono di condividere la sua posizione ogni volta che la batteria scende al di sotto di un certo livello. Questo, darebbe un vantaggio se il telefono ‘muore’ prima che ci si accorga che manca. Il codice sorgente per Android 14 iscritto al programma di accesso anticipato include un nuovo livello di astrazione hardware (hardware.google.bluetooth.power_off_finder), tuttavia, la funzionalità potrebbe richiedere un certo supporto hardware, e non è chiaro se i dispositivi Android esistenti sul mercato possono supportare tale funzione. Ma ci si aspetta che i dispositivi futuri siano dotati di hardware in grado di gestirlo. Google però non ha saputo quando o se questa nuova funzione di tracciamento sarà disponibile.

Una rete di tracciamento simile alla funzione ‘Dov’è’ di Apple

La funzionalità ricalca quindi quella che Apple ha implementato sugli iPhone, utile quando si smarrisce il telefono o viene rubato. La funzione è stata scoperta nel codice sorgente di Android 14 in fase di test, ed è probabile che venga resa disponibile intanto per i futuri modelli di smartphone Pixel, per poi arrivare su qualunque dispositivi Android. Funzionerebbe con una rete di tracciamento in maniera simile a quello che fa Apple con la funzione ‘Dov’è’, che permette ai possessori di dispositivi della Mela di comunicare con gli smartphone rubati che passano nelle loro vicinanze, e comunicare quindi la posizione al legittimo proprietario.

Il problema della privacy

Il tutto avverrebbe in maniera anonima, riporta Ansa, e con la possibilità che la funzione possa essere disattivata dal legittimo proprietario. Resta da capire come Google voglia sviluppare Pixel Power-off Finder dal punto di vista della privacy. Forse maggiori particolari saranno svelati alla Google I/O, la conferenza degli sviluppatori Google, che si terrà il 10 maggio.

Boom enoturismo, il ruolo centrale delle Donne e delle Città del Vino 

Il 3 aprile di 30 anni fa nasceva a Verona il Movimento Turismo del Vino, la prima associazione sull’enoturismo, e a distanza di tremt’anni i 145 comuni delle Città del Vino, le Donne del Vino. La Puglia in Più e il Movimento Turismo del Vino hanno celebrato l’anniversario a Vinitaly mostrando i dati di crescita del comparto.
Si tratta di un’indagine a cura di Nomisma – Wine Monitor, che costituisce un Osservatorio sul turismo del vino. Un turismo che accelera, con l’aumento nel numero e nelle tipologie delle esperienze offerte. Infatti, le 265 cantine turistiche del Movimento sono triplicate e hanno diversificato l’offerta per i viaggiatori eno-appassionati. Determinante in questo il ruolo delle cantine turistiche delle Donne del Vino, ma non mancano le criticità.

L’offerta e la domanda enoturistica femminile

Benché le cantine turistiche italiane siano dirette soprattutto da uomini (55%), il management della wine hospitality è soprattutto femminile (73%).
La wine hospitality delle Donne del Vino si differenzia per una maggiore diversificazione dell’offerta. Non solo vino, quindi, ma anche attività legate al benessere, alla ristorazione (28%) e ai corsi di cucina (40%), alla ricettività (36%), allo sport (piscine 15%) e all’organizzazione di visite a luoghi limitrofi o di collegamento a eventi culturali (50%). In altre parole, le donne stanno efficacemente trasformando l’attrattiva vino in una proposta di soggiorno con attività legate all’arricchimento culturale e alla rigenerazione, che ha origine nella natura.

Le cantine turistiche italiane

La tipologia di cantina turistica più diffusa in Italia è quella piccola e familiare (39%), particolarmente presente in Campania, Puglia e Umbria. Seguono le cantine con rilevanza storica o architettonica (14%), più presenti in Veneto e in Piemonte, mentre le imprese con marchio famoso o storico sono il 12% del totale, particolarmente diffuse in Veneto e Sicilia. Piemonte, Toscana, Friuli e Sicilia si caratterizzano invece per imprese del vino con particolari bellezze paesaggistiche e naturalistiche (11%). mentre in Puglia e in Umbria è più alta la quota di cantine organizzate per l’incoming.

Come rispondere alle criticità?

L’indagine evidenzia però due elementi critici: il 44% delle cantine sono lontane dai circuiti turistici o enoturistici, problema particolarmente evidente in Friuli Venezia Giulia, Umbria e Campania. Inoltre, la metà delle cantine chiude al pubblico nel fine settimana e nei giorni festivi. Chiusura che riguarda anche molti uffici turistici, costituendo un problema rispetto ai flussi dei visitatori, più concentrati nei giorni di festa. Come e cosa possono migliorare i Comuni per favorire l’enoturismo? Anzitutto potenziare gli uffici di informazione turistica e la loro apertura nei giorni festivi, poi sostenere la formazione del personale, anche degli uffici pubblici, in materia enoturistica. Inoltre, favorire la dotazione di strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale. E promuovere una maggiore condivisione delle collaborazioni per ‘fare sempre più rete’.

Idee per una festa di compleanno per adolescenti

Stai cercando idee per organizzare una festa di compleanno per i tuoi figli? Non preoccuparti, siamo qui per aiutarti!

Organizzare una festa per un adolescente può essere più impegnativo rispetto quelle per bambini, ma con un po’ di pianificazione e fantasia, potrai creare un’esperienza indimenticabile per il tuo figlio/a ed i suoi amici.

Andiamo allora ad elencare alcune idee divertenti e creative per una festa di compleanno per adolescenti.

Feste a tema

Le feste a tema sono un’ottima idea per un compleanno per adolescenti. Scegli un tema che sia diffuso ed apprezzato dai ragazzi e decorare la festa di conseguenza.

Ad esempio, una festa con il tema dei supereroi, con musica e abiti adatti, può essere un successo e sinonimo di divertimento. Altre idee di temi graditi ai giovani riguardano le feste a tema film o serie TV e le feste a tema sport.

Decorazioni

Le decorazioni sono fondamentali per creare l’atmosfera giusta nella sala per feste individuata. Cerca di includere nel design tutto ciò che rende riconoscibile il tema scelto, anche dal punto di vista dei colori.

Ad esempio, se scegli una festa a tema “Fuga dall’isola deserta“, puoi utilizzare carte del tesoro, lanterne, palme, segnali fai da te e persino scavare buche in miniatura per creare un’atmosfera caraibica.

Cibo e bevande

Cibo e bevande a tema possono aggiungere un tocco speciale alla festa. Ad esempio, se la festa a tema è “Hollywood”, puoi creare cocktail con nomi di film famosi come “Guerre Stellari” o “Edward Mani di Forbice”.

È anche possibile servire alimenti in linea con il tema scelto: ad esempio, per una festa a tema “Caccia al tesoro”, potrebbe essere divertente servire cibo in piccole scatole del tesoro.

Feste all’aperto

Organizzare una festa all’aperto può essere una grande idea, soprattutto se si vive in una zona che presenta delle bellezze naturali.

Si può scegliere di organizzare una festa in un parco pubblico o in un giardino privato. Le attività all’aperto come il tiro con l’arco, la corsa ad ostacoli e la caccia al tesoro sono alcune idee divertenti e coinvolgenti per far divertire tutti.

Feste in casa

Se si preferisce organizzare una festa a casa, ci sono ugualmente tante idee che possono rendere la festa divertente.

Si può scegliere di organizzare una serata con tanti giochi da tavolo, una serata di cinema con popcorn e una selezione di film per ragazzi, oppure direttamente una festa con karaoke.

Attività di gruppo

Le attività di gruppo sono un’ottima idea per coinvolgere tutti i ragazzi che prenderanno parte alla festa.

Ad esempio, si può organizzare una sessione di pittura o creazione di bijoux, che darà ai ragazzi la possibilità di socializzare e creare qualcosa da portare a casa come ricordo della festa.

Photo booth

Pensare ad un photo booth è un’idea divertente che consentirà di catturare i momenti speciali della festa dei tuoi figli.

Puoi creare un’area con uno sfondo a tema, inclusi accessori, costumi e una macchina fotografica.

I ragazzi saranno felicissimi scattare foto divertenti e creare ricordi indimenticabili della festa di compleanno.

Conclusione

In sintesi, organizzare una festa di compleanno per adolescenti può sembrare una sfida non semplice, ma con un po’ di fantasia e conoscendo gli interessi dei ragazzi, creare un’esperienza indimenticabile per i tuoi figli ed i loro amici diventa davvero facile e divertente.

Scegli un tema che sia popolare e diffuso tra i ragazzi, organizza attività divertenti e preparare qualche sorpresa per creare un’atmosfera indimenticabile.

Con queste idee in mente, sarai pronto per organizzare una festa di compleanno che resterà nella memoria dei tuoi figli per sempre.

Riparare gli elettrodomestici diventa un diritto, non solo in garanzia

La Commissione Europea ha presentato una proposta legislativa allo scopo di permettere non solo che un maggior numero di prodotti venga riparato nell’ambito della garanzia legale, ma che i consumatori dispongano di opzioni più semplici ed economiche per riparare prodotti tecnicamente riparabili. Anche quando la garanzia legale è scaduta o il bene non funziona più. La proposta introduce quindi un nuovo ‘diritto alla riparazione’ di aspirapolvere, lavatrici, televisori, e presto anche tablet e smartphone, per i consumatori, sia all’interno sia all’esterno della garanzia legale. Ma la proposta della Commissione dovrà essere negoziata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio.

Rendere la riparazione un’opzione facile e accessibile

Nell’ambito della garanzia legale i venditori saranno tenuti a offrire la riparazione tranne quando è più costosa della sostituzione. E oltre alla garanzia legale, i consumatori avranno a disposizione una nuova serie di diritti e strumenti per rendere la riparazione un’opzione facile e accessibile. Viene così introdotto il diritto per i consumatori di richiedere la riparazione ai produttori per prodotti tecnicamente riparabili, come appunto una lavatrice o un televisore. La legge garantirà che i consumatori abbiano sempre qualcuno a cui rivolgersi quando scelgono di riparare i loro prodotti, oltre a incoraggiare i produttori a sviluppare modelli di business più sostenibili. I produttori saranno inoltre obbligati a informare i consumatori relativamente ai prodotti che sono obbligati a riparare da soli.

Una piattaforma online per i consumatori

Verrà inoltre creata una piattaforma online di riparazione per mettere in contatto i consumatori con riparatori e venditori di beni ricondizionati nella zona di residenza. La piattaforma consentirà ricerche per posizione e standard di qualità, aiutando i consumatori a trovare offerte interessanti e aumentando la visibilità per i riparatori. Viene poi introdotto un modulo europeo di informazione sulla riparazione, che i consumatori potranno richiedere a qualsiasi riparatore, portando così trasparenza sulle condizioni e sul prezzo della riparazione, e rendendo più facile per i consumatori confrontare le offerte dei riparatori.

Verso lo standard di qualità europeo?

Inoltre, verrà sviluppato uno standard di qualità europeo per i servizi di riparazione per aiutare i consumatori a identificare i riparatori che si impegnano a offrire una qualità superiore.
Lo standard di ‘riparazione facile’ sarà aperto a tutti i riparatori della Ue disposti a impegnarsi a rispettare standard minimi di qualità, ad esempio, in base alla durata o alla disponibilità dei prodotti.
Di fatto, riparare le cose che non funzionano più diventa un diritto, e fa bene all’ambiente e al portafoglio.

Turismo: nel 2023 previsti quasi 127 milioni di arrivi

Segnali in ripresa per il settore turistico italiano, anche sul versante dell’incoming. Nel 2023 a scegliere l’Italia per le vacanze sarebbero quasi 61 milioni di stranieri, generando a loro volta 215 milioni di pernottamenti. E a livello territoriale tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici. È quanto emerge dalla nota previsionale Tourism Forecast 2023 dell’Istituto Demoskopika: nel 2023 in Italia si prevedono oltre 442 milioni di presenze e 126,6 milioni di arrivi, per un incremento, rispettivamente, del +12,2% e +11,2% rispetto al 2022. Secondo il presidente Demoskopika, Raffaele Rio “Si potrebbe registrare il valore più alto delle presenze dal 2010 a oggi, con il mercato estero che incrementa le sue scelte di consumo turistico verso la destinazione Italia”.

Trentino Alto Adige, Veneto, Marche le più “pernottate”

Nel modello previsionale dell’Istituto si collocherebbero al di sopra della media italiana nove sistemi turistici territoriali: Trentino Alto Adige, con 52,6 milioni di pernottamenti (+15,4%) e 12,1 milioni di arrivi (+11,8%), Veneto (73,3 milioni di presenze, +14,8%, e 19,1 milioni di arrivi (+11,0%), Marche (13 milioni, +13,4%, e 2,7 milioni, +13,8%), Molise (584mila, +13,4%, e 182mila, +14,3%), Toscana (49,8 milioni, +13,4%, e 14 milioni, +13,5%), Lazio (33,8 milioni, +12,8%, e 11,5 milioni, +12,8%), Sicilia (15,9 milioni, +12,7%, e 4,9 milioni, +8,9%), Campania (20,8 milioni, +12,3%, e 5,7 milioni, +13,1%) ed Emilia-Romagna (42,8 milioni, +12,2%, e 11,4 milioni, +7,4%).

Flussi in aumento in tutte le regioni

A seguire, con una crescita significativa dei flussi turistici, Sardegna (14,2 milioni di presenze, +11,9%, e 3 milioni di arrivi, +10,2%), Friuli-Venezia Giulia (9,6 milioni di presenze (+11,1%) e 2,6 milioni di arrivi (+13,7%), Lombardia (38,8 milioni di presenze, +10,6%, e 15,9 milioni di arrivi, +12,1%), Puglia (+10,0% e +10,6%), Valle d’Aosta (+10,0% e +5,4%), Umbria (+10,0% e +13,5%), Calabria (+8,7% e +7,5%), Abruzzo (7,5% e +14,0%), Liguria (+6,3% e +8,0%), Basilicata (+4,6% e +14,7%), e Piemonte, con 15,6 milioni di presenze (+4,2%) e con 6,1 milioni di arrivi (+10,0%).

Spesa: +22,8% per 88,7 miliardi di euro

Per il 2023, i flussi turistici in Italia potrebbero generare una spesa pari a 88,7 miliardi di euro, con una variazione in crescita del 22,8% rispetto all’anno precedente. Per il 2022 e per il 2023 è stata stimata una spesa pro-capite per vacanza rispettivamente pari a 630 euro e 701 euro. L’analisi per livello regionale colloca, in relazione alla variazione percentuale in aumento dell’indicatore osservato, nelle prime cinque posizioni Basilicata, con 457 milioni di euro (+27,7% rispetto al 2022), Molise (117 milioni di euro, +27,2%), Abruzzo (1.142 milioni, +26,8%), Marche (1.676 milioni, +26,6%), e Friuli-Venezia Giulia (1.038 milioni, +26,5%).

Bonus Patente 2023: cos’è e a chi è destinato 

Per il Bonus Patente sono stati stanziati circa 3,7 milioni di euro, da utilizzare nell’arco del triennio 2023-2026. E già dal 6 febbraio scorso è stata attivata la procedura di richiesta per le autoscuole, con la possibilità, per i beneficiari, di usufruirne dal 13 febbraio.  Il Bonus Patente nasce con il proposito di incentivare i potenziali giovani beneficiari a cercare un’opportunità professionale nel settore dei trasporti. Il Bonus Patente rientra infatti nel Programma patenti giovani autisti per l’autotrasporto gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ma il MIT ha recentemente comunicato che i fondi per il 2023 destinati all’agevolazione sono esauriti. Sarà comunque possibile usufruire nuovamente del Bonus nel 2024 e nei successivi due anni.

Una misura rivolta agli under 35

Nello specifico, il bonus si sostanzia in un rimborso delle spese sostenute per ottenere le patenti di tipo C (C, C1, CE, C1E) e Patente D (D, D1, DE, D1E) e la Carta di Qualificazione del Conducente (CQC), utili per la guida di mezzi pesanti. La misura è rivolta a tutti i giovani under 35, maggiorenni, anche percettori di Reddito di Cittadinanza e NASpI, che vogliono lavorare nel settore degli autotrasporti e hanno sostenuto le spese per il conseguimento della patente C e la Carta di Qualificazione del Conducente (CQC).

Un voucher valido come rimborso spese

Il Bonus viene erogato sotto forma di voucher, valido come rimborso delle spese sostenute per il conseguimento della patente C e della CQC, fino a un massimo di 2500 euro. Il rimborso, tuttavia, non copre completamente le spese, ma solo l’80% di quelle sostenute. Affinché sia valido, è importante che il voucher venga attivato entro 60 giorni dalla sua emissione e venga utilizzato una sola volta. Qualora, tuttavia, il Bonus dovesse essere annullato per scadenza dei termini previsti, è possibile presentare una nuova richiesta.

Come presentare la domanda al MIT

Il Bonus si ottiene mediante presentazione di un’apposita domanda da trasmettere online al MIT attraverso la piattaforma dedicata. Per accedere, tuttavia, è necessario essere in possesso di SPID, Cie o Cns utili ai fini della registrazione. Per la registrazione verrà richiesto l’inserimento di una serie di dati, quali  partita Iva, codice ATECO, denominazione dell’attività, luoghi di lavoro, tipologia di servizi offerti, informazioni per definizione dell’attività, dichiarazione attestante che il buono patente verrà usato per la patente. A seguito del completamento della procedura, il buono verrà rilasciato al beneficiario che potrà recuperarlo tramite la piattaforma, o presso l’autoscuola presso la quale conseguirà la patente.