L’esportazione agroalimentare Made in Italy regge alla crisi da Covid-19

L’export agroalimentare Made in Italy regge alla crisi generata dal Covid-19, nonostante con la pandemia si sia verificato un vero e proprio crollo delle esportazioni. A fronte dell’andamento positivo registrato nel primo trimestre dell’anno, i successivi tre mesi, caratterizzati dall’impatto del Covid e dal lockdown, hanno visto un calo in valore delle esportazioni (-3,6%), e soprattutto, delle importazioni (-12,1%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La contrazione dei flussi agroalimentari si è concentrata nei mesi di aprile e in particolare di maggio, seguiti, però, da una diffusa ripresa degli scambi a giugno.

Le categorie più colpite dalla contrazione dell’import e dell’export

È quanto emerge dal focus realizzato dal Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, sull’andamento dell’export italiano nel 2019 e nei primi sei mesi del 2020, secondo il quale tra le categorie più colpite dalla contrazione dell’import nel settore primario figurano gli ortaggi, il caffè greggio e i prodotti della silvicoltura e della pesca, mentre nei trasformati, le carni, sia fresche sia preparate, e i prodotti ittici. Per quanto riguarda i comparti dell’export, a risentirne maggiormente sono stati nel settore primario i prodotti del florovivaismo, mentre tra i trasformati le carni, il caffè torrefatto, i prodotti dolciari e il vino.

Ue e Asia le aree più colpite nel secondo trimestre

Tuttavia, secondo il focus del Crea, tale andamento è stato in parte compensato dalla crescita dell’export di altri importanti prodotti del Made in Italy, come la pasta, le conserve di pomodoro e l’olio di oliva, riporta Askanews. Tra le principali aree partner dell’Italia, Ue e Asia sono risultate le più colpite nel secondo trimestre, sia dal lato delle importazioni sia da quello delle esportazioni agroalimentari del nostro Paese. Tuttavia, per la Ue il netto incremento dell’export nel primo trimestre ha compensato il calo nel secondo, determinando un andamento semestrale positivo.

Nel primo semestre 2020 scambi complessivi di merci ridotti di circa il 16%

I flussi dal mercato sudamericano sono rimasti sostanzialmente stabili, mentre sono cresciute le importazioni dal Nord America. Quest’ultimo si conferma il principale mercato di destinazione extra Ue per l’agroalimentare italiano, con un andamento semestrale complessivamente positivo, nonostante il leggero calo del secondo trimestre. Nel primo semestre 2020, il calo tendenziale del valore delle importazioni agroalimentari dell’Italia è stato del 4,6% mentre l’export è cresciuto di oltre il 2%. Nello stesso periodo, gli scambi complessivi di merci dell’Italia si sono ridotti del 16% circa. Il settore agroalimentare ha mostrato, quindi, una maggiore tenuta degli scambi internazionali rispetto ad altri settori, più colpiti dalle restrizioni e dalla conseguente crisi economica.