I rincari delle bollette “aiutano” la sostenibilità ambientale 

Per la prima volta in sei anni le curve dei comportamenti energetici virtuosi degli italiani si sono impennate, organizzando cicli di lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, spengendo i led, e tenendo il riscaldamento al minimo. Negli anni precedenti, nonostante la sensibilità ecologica degli italiani sembrasse cresciuta a livello di atteggiamento, e le discussioni sulla salvaguardia del pianeta fossero diventate trending topic, alle parole non sono seguiti i fatti. Il cambiamento infatti non è stato notato a livello di comportamenti. Ma nel pieno della tempesta dei rincari dell’energia abbattuta su famiglie e imprese, l’ultima edizione dell’Osservatorio Green Home Smart Home di Eumetra mostra una nota di speranza.

Gli elementi “fissi” del consumo energetico

In altre parole, solo quando si è toccati sensibilmente nel portafoglio si decide a mettere in atto una serie di pratiche virtuose, volte a risparmiare sui consumi di energia. Del resto, cos’altro possono fare le famiglie? Il consumo energetico è innanzitutto in funzione di alcune componenti fisse, come la zona geografica e climatica di residenza (risiedere al Nord o al Sud, al mare o in montagna fanno la differenza), le caratteristiche dell’abitazione (ad esempio, quanto è grande o coibentata) e la struttura della famiglia (numero di componenti). Questi elementi, dunque, sono un presupposto non modificabile.

…e quelli modificabili: dotazioni e impianti

Ciò che si può modificare sono le dotazioni dell’abitazione, ovvero gli impianti e gli elettrodomestici, oltre che le opere di isolamento termico della casa e dei serramenti. E su tale componente hanno cercato di fare leva gli ecobonus, incoraggiando gli investimenti in opere e dotazioni che comportino una maggiore efficienza energetica. Che si tratti di impianti come la pompa di calore o l’impianto fotovoltaico, o dotazioni come la caldaia, lo scaldabagno o il condizionatore, o gli elettrodomestici, si può agire sostituendo le vecchie dotazioni con quelle tecnologicamente più avanzate e più efficienti energeticamente.

I comportamenti possono divenire più virtuosi

La terza macro-componente, anch’essa variabile e quindi modificabile, riguarda i comportamenti virtuosi, le attenzioni messe in atto al fine di risparmiare energia. L’Osservatorio Green Home Smart Home monitora le tre macro-componenti, sapendo che dotazioni efficienti e comportamenti virtuosi sono le variabili sulla quali agire in un’ottica di efficientamento energetico. Nelle prossime edizioni dell’Osservatorio, sarà interessante approfondire i comportamenti virtuosi delle famiglie, e le soluzioni adottate in relazione anche ad altre dotazioni domestiche, come, ad esempio, i serramenti, o gli elettrodomestici, la cui sostituzione risulta più agevole rispetto ad altri impianti più impegnativi, ma con indubbi vantaggi dal punto di vista del risparmio energetico e della bolletta.

I bambini passano troppo tempo sui social: tanto da perdere un notte di sonno a settimana

I bambini, anche quelli piccoli di soli 10 anni, passano troppo tempo sui social media. Tanto da perdere una notte intera di sonno ogni settimana. A fare questo preoccupante conteggio è il professore di psicologia John Shaw, che con il suo team della De Montfort University Leicester ha esplorato il rapporto fra piccoli, social e sonno. La sua ricerca ha coinvolto 60 bambini, tutti di dieci anni, provenienti da diverse scuole del Regno Unito. La media di ore di sonno a notte si è attestata a 8,7, decisamente meno delle 9-11 ore consigliate per quella fascia di età. Nel corso di un’intera settimana, questa carenza si traduce nella perdita di una notte di sonno ogni sette giorni. Dei bambini “testati”, il 70% ha dichiarato di aver utilizzato i social media per più di quattro ore al giorno, con due terzi che hanno affermato di utilizzarli nelle ore subito prima di coricarsi. Ma c’è di più: a disturbare i sogni di questi bambini – oltre alla volontà di rimanere incollati ai loro device il più a lungo possibile – c’era anche la curiosità di vedere cosa accedesse in loro assenza sulle piattaforme social. Tanto che circa il 12,5% dei bambini di 10 anni si sveglia volontariamente nel cuore della notte per controllare le notifiche. 

Più di quattro ore al giorno sui social, soprattutto TikTok

Nella ricerca, è anche emerso che la maggior parte dei bambini intervistati ha ammesso di aver utilizzato i social media per “più di quattro ore al giorno”, con due terzi che hanno affermato di utilizzarli proprio prima di coricarsi. “Il timore di essere estromessi, che è amplificato dai social media, sta influenzando direttamente il sonno dei più piccoli, che vogliono sapere cosa stanno facendo i loro amici – ha spiegato il dottor John Shaw durante un intervento al British Science Festival – Se non sei online quando sta succedendo qualcosa, significa che non stai prendendo parte a quella cosa. Si cade in un loop: chi è ansioso va ancora più sui social media, il che lo rende più ansioso ancora, con un impatto negativo sul sonno”. TikTok ha il maggior coinvolgimento nei bambini intervistati, con il 90% che ha sottolineato di aver utilizzato l’app di notte. Snapchat è al secondo posto con l’84%, mentre poco più della metà ha usato Instagram.

Che fare?

Un numero corretto di ore di sonno è fondamentale per la salute e il mantenimento delle funzioni cerebrali, a tutte le età e a maggior ragione per chi è in crescita. Per questo è importante anche contingentare l’utilizzo dei device e delle app. “È importante stabilire delle routine del sonno” ha dichiarato il professor Shaw. “E’ opportuno spegnere il telefono almeno un’ora prima di andare a dormire. E se proprio devo utilizzarlo, è fondamentale usare un filtro per la luce blu”. 

Ransomware: il retail è il secondo settore più colpito

È quanto emerge dalla ricerca dal titolo The State of Ransomware in Retail 2022 di Sophos: dopo i comparti media, tempo libero ed entertainment nell’ultimo anno è il retail il secondo settore economico più colpito dagli attacchi ransomware.
“I retailer continuano a subire una delle ondate più aggressive di attacchi ransomware – dichiara Chester Wisniewski, principal research scientist di Sophos -. Con più di tre operatori su quattro a essere stati colpiti nel 2021, gli incidenti legati al ransomware sono certamente una questione di ‘quando’ avverranno, non ‘se’ accadrà”.
A livello globale, è stato colpito infatti il 77% degli operatori retail, un dato in aumento del 75% rispetto al 2020, e superiore dell’11% rispetto al 66% di media generale registrato tra i settori esaminati dalla ricerca.

Cresce anche l’importo medio pagato dalle vittime

“Solo il 28% dei retailer colpiti è riuscito a evitare che i propri dati venissero cifrati – continua Wisniewski -, a indicazione del fatto che una porzione rilevante di questo settore ha bisogno di migliorare l’atteggiamento difensivo con i giusti strumenti, e con l’aiuto di esperti di sicurezza addestrati in modo appropriato”.
Ma non è aumentata solamente la percentuale degli operatori del retail a essere attaccati dal ransomware, lo stesso è accaduto anche agli importi medi dei riscatti pagati. Nel 2021 la cifra media estorta è stata infatti di 266.044 dollari, +53% rispetto al 2020 (147.811 dollari). Tuttavia, questo dato rappresenta meno di un terzo della media generale di tutti i settori presi in esame (812.000 dollari).

Da 50.000 a più di 1 milione di dollari di riscatto

“Spesso gang diverse di cybercriminali si concentrano su settori differenti: alcuni gruppi con minori competenze chiedono riscatti compresi tra 50.000 e 200.000 dollari, mentre organizzazioni criminali più ramificate ed esperte con una superiore visibilità chiedono 1 milione di dollari o più – commenta Wisniewski -. Sfruttando i servizi offerti da IAB (Initial Access Broker) e provider RaaS (Ransomware-as-a-Service), è purtroppo semplice anche per i delinquenti di basso livello acquistare accesso di rete e un kit ransomware per lanciare un attacco senza troppa fatica”.

Le conseguenze sul proseguimento delle attività

Se il retail è il secondo settore più colpito, l’aumento percepito nel volume e nella complessità dei cyberattacchi contro questo comparto è leggermente inferiore rispetto alla media generale (55% in entrambi i casi). Ma il 92% degli operatori del retail colpiti da ransomware ha affermato che l’attacco ha avuto conseguenze sul proseguimento delle attività e l’89% ha riportato la perdita di business o fatturato. Il costo complessivo sostenuto dal settore retail nel 2021 per riprendere l’attività in seguito agli attacchi ransomware è stato però di 1,27 milioni di dollari, in calo rispetto agli 1,97 milioni del 2020. Rispetto al 2020, la quantità di dati recuperati dopo il pagamento del riscatto è diminuita (dal 67% al 62%), così come la percentuale di operatori che hanno riavuto indietro tutti i loro dati (dal 9% al 5%).

Digital Marketing: i più utilizzati nelle campagne sono gli sms per comunicare flash sales

Grazie agli elevati tassi di lettura e all’assenza quasi totale di spam gli sms sono uno degli strumenti di digital marketing più efficaci tra quelli a disposizione dalle aziende. Particolarmente utili in diverse situazioni, dalla raccolta di informazioni per indagini di mercato alle campagne per nuovi lanci e promozioni a event-driven marketing, o ancora in occasione degli auguri per il compleanno e per le festività, gli sms negli ultimi anni sono stati molto utilizzati per le campagne di digital marketing. Soprattutto per comunicare flash sales.

Perfetti per le promozioni di breve durata
In base ai dati relativi agli ultimi 12 mesi forniti da Skebby.it, la piattaforma che offre servizi professionali di mobile marketing & service, la parte del leone è svolta proprio dagli sms finalizzati a comunicare flash sales, che rappresentano il 34,63% di tutti i messaggi inviati per campagne di marketing. Gli sms sono particolarmente adatti a questo tipo di promozioni di breve durata, proprio perché, garantendo un’altissima percentuale di lettura entro pochi minuti, consentono di raggiungere molto rapidamente il destinatario, oltre al vantaggio di poter arrivare su tutti i telefoni, non solo gli smartphone.

La classifica degli sms più inviati
Il secondo posto della classifica degli sms più inviati nell’ambito delle attività di marketing è ricoperto da quelli destinati a incentivare le persone a recarsi nei punti vendita (14,95%), magari proponendo promozioni speciali o segnalando novità, seguiti poi dagli sms relativi al lancio di nuovi prodotti o servizi (13,54%). Scendendo dal podio troviamo poi altri tipi di utilizzi marketing, tra cui gli inviti a eventi, messaggi per portare visite al sito web e molto altro.

Promuovere servizi, prodotti o semplicemente fidelizzare i clienti
“Considerando quante ore ognuno di noi trascorre oggi con lo smartphone in mano, è facile comprendere come non si possa più prescindere dall’includere l’SMS marketing tra le attività da prevedere per promuovere servizi, prodotti o semplicemente fidelizzare i clienti”, ha commentato Domitilla Cortelletti, Marketing Manager di Skebby.it -. Grazie al nostro servizio di Landing Page poi, è possibile inserire nei messaggi un link a una pagina web creata in modo molto intuitivo e rapido con modelli da personalizzare – ha aggiunto Domitilla Cortelletti -, consentendo così, anche ai non esperti, di creare vere e proprie landing page dedicate a eventi, promozioni, e rendendo gli sms strumenti di digital marketing ancora più efficaci e versatili”.

Nel secondo trimestre 2022 spedizioni di smartphone a -9% 

A causa del calo della domanda nel secondo trimestre del 2022 le spedizioni globali di smartphone sono scese a 287 milioni di unità (-9%).
Secondo i dati della società di analisi Canalys, è la cifra trimestrale più bassa dal secondo trimestre del 2020, quando la pandemia ha colpito per la prima volta.  È Samsung a guidare il mercato, con 61,8 milioni di smartphone spediti e una quota di mercato del 21%, mentre nonostante la debole stagionalità Apple ha mantenuto il secondo posto, spedendo 49,5 milioni di iPhone per una quota di mercato del 17%.
Xiaomi è invece rimasta al terzo posto, con 39,6 milioni di unità, e OPPO e vivo completano la top five rispettivamente con 27,3 e 25,4 milioni di unità spedite.

Carenze della catena di approvvigionamento: non è più il problema più urgente

“I principali fornitori cinesi sono riusciti a stabilizzare le loro prestazioni mondiali rispetto allo scorso trimestre, nonostante un altro round di contrazioni a due cifre su base annua – dichiara Toby Zhu, analista di Canalys -. Le carenze della catena di approvvigionamento non sono più il problema più urgente poiché gli ordini di componenti vengono abbattuti rapidamente e i fornitori hanno iniziato a preoccuparsi dell’eccesso di offerta. Questo ha comportato riduzioni di prezzo per i componenti chiave – continua Zhu -. I fornitori potrebbero utilizzare i risparmi extra per migliorare la competitività del prodotto dei nuovi lanci nella seconda metà dell’anno. Allo stesso tempo, ciò potrebbe rendere ancora più difficile sbarazzarsi dei vecchi modelli. La situazione dell’eccesso di offerta richiede più capacità di pianificazione dei fornitori rispetto al periodo di carenza”, si legge su ChannelCity.

Consumatori sempre più orientati a telefoni economici

La crisi del settore non è spiegata solo dai ridotti volumi di vendita, ma anche dalle scelte dei consumatori, che stanno cominciando ad abbandonare la fascia media del mercato per spostarsi verso quella bassa, andando quindi a intaccare ulteriormente i margini delle aziende che vendono top di gamma.
Secondo Runar Bj›rhovde, Research Analyst presso Canalys, le aziende hanno dovuto far fronte a una domanda debole, che ha portato a ripensare le strategie trimestrali.

Un calo influenzato anche dalla domanda elevata di dodici mesi fa

L’aumento dell’inflazione e l’accumulo di scorte hanno portato i produttori a ‘rivalutare il proprio portafoglio’ per il resto del 2022. Per gli analisti, il calo del 9% è influenzato anche dalla domanda elevata di dodici mesi fa, quando dopo il difficile 2020 il settore aveva beneficiato di una forte impennata dei consumi. Per Canalys, oggi il reddito disponibile è più orientato ad altri prodotti e beni, non solo verso l’elettronica, riferisce Ansa. “Una profonda collaborazione con i canali per monitorare lo stato dell’inventario e della fornitura sarà fondamentale per i fornitori per identificare le opportunità a breve termine – sottolinea Toby Zhu -, mantenendo al contempo sane partnership di canale nel lungo periodo”.

Stranger Things, così i cybercriminali raggirano i fan

Il desiderio di vedere come si conclude la propria serie preferita, magari pagando un prezzo minore rispetto all’abbonamento della piattaforme ufficiali: oppure la possibilità di acquistare oggetti di merchandising personalizzato; o ancora, sapere in anteprima cosa accadrà… I fan di Stranger Things, una delle serie più famose di sempre e giunta alla quarta stagione dopo una lunga attesa dovuta al Covid, pare siano pronti (quasi) a tutto pur di soddisfare la loro curiosità. Anche ad abbassare le difese e a farsi truffare dai cybercriminali. A lanciare l’allarme sui questo incredibile fenomeno è Kaspersky, che ha scovato i nuovi sistemi con cui i truffatori del web riescono a carpire informazioni sensibili – come i dati bancari – a chi è più sprovveduto.

Il desiderio di risparmiare costa carissimo

Tra le modalità emerse dall’analisi di Kaspersky, spicca proprio l’inganno legato alla possibilità di vedere i nuovi episodi – peraltro già rilasciati – ma senza i costi della piattaforme ufficiale. Approfittando dell’interesse suscitato da questa popolare serie, alcuni criminali informatici hanno offerto agli utenti la possibilità di “guardare i nuovi episodi a solo 1 dollaro”. Per accedere a questa offerta è stato chiesto di registrare un nuovo account e di inserire il proprio indirizzo e i dati bancari. In seguito, dopo aver inserito le informazioni, i truffatori hanno prosciugato i portafogli delle vittime, senza che queste potessero accedere alla nuova stagione della loro serie preferita. Ma non solo: i ricercatori di Kaspersky hanno trovato numerosi esempi di e-mail di spam e pagine di phishing progettate per rubare il denaro e le informazioni personali dei fan.

L’amo nella mail

Gli esperti di Kaspersky hanno rilevato e-mail di spam che sfruttano la popolarità di Stranger Things. Questo tipo di email viene usato per vendere prodotti di dubbia qualità e viene diffuso attraverso email promozionali senza il consenso del destinatario. Ad esempio, in una delle e-mail di spam è stata data agli utenti la possibilità di acquistare magliette relative alla nuova stagione di Stranger Things, con grafiche in edizione limitata. Inoltre, il sito supportava tutte le lingue e tutte le valute per il pagamento. Non è detto che si tratti necessariamente di una pagina di phishing, ma il fatto che gli annunci di questi prodotti siano stati promossi tramite spam e che il dominio stesso sia stato creato solo di recente, fa sorgere dei sospetti sulla sicurezza di queste pagine.

Un pericolo elevato

“Il finale della quarta stagione è stato una montagna russa per molti spettatori, me compresa, in quanto fan della serie. Tuttavia, il finale doloroso e impegnativo non ha fatto altro che alimentare il desiderio dei fan di saperne di più, aumentando l’entusiasmo per la quinta stagione di Stranger Things” ha dichiarato Olga Svistunova, Security Expert di Kaspersky. “Come sappiamo, quando c’è un forte interesse da parte del pubblico, i truffatori cercheranno sempre di approfittarne. Possiamo quindi aspettarci che i criminali informatici comincino presto a sfruttare attivamente la popolarità di quest’ultima stagione. Il pericolo per gli utenti è quindi elevato, ecco perché i fan devono fare attenzione: cercare di risparmiare sull’abbonamento a un servizio di streaming può far perdere molto più di quanto si potrebbe mai risparmiare”.

Economia circolare ed energia rinnovabile contrastano il caro bollette

Come contrastare in maniera efficace i rincari energetici che pesano sulle bollette di luce e gas degli italiani? Una risposta arriva dall’utilizzo delle fonti derivanti dalle fonti rinnovabili e dalle possibilità dell’economia circolare. A quanto emerge dall’ultima indagine Ipsos, L’Italia e l’economia circolare, presentata in occasione della IX edizione di EcoForum (la conferenza nazionale sull’economia circolare organizzata da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club), quasi il 70% dei cittadini intervistati ritiene che lo sviluppo dell’economia circolare e l’energia da fonti rinnovabili possano combattere l’aumento delle bollette.  In un contesto dominato da incertezze economiche, sanitarie e geopolitiche, di anno in anno incrementa la quota dei forti conoscitori dell’economia circolare, +10% in 4 anni, ma non si allarga il bacino complessivo dei conoscitori. Purtroppo, il livello di conoscenza dei principi dell’economia circolare rimane sostanzialmente invariato (41%).

È più importante investire per rigenerare impianti industriali esistenti

Rispetto al totale della popolazione intervistata, i conoscitori dell’economia circolare reputano maggiormente importante investire sulle risorse per rigenerare impianti industriali esistenti, e dare più autorizzazioni per la costruzione di impianti di riconversione e riciclo. Inoltre, oltre un italiano su due pensa che l’Italia sia sotto la media europea per impegno nella circolarità, e quasi due su dieci pensano che siamo agli ultimi posti in Europa. E anche tra i conoscitori dell’economia circolare, la percezione risulta del tutto simile. 

Come rispondere ai rincari energetici?

Quasi sette italiani su dieci ritengono che lo sviluppo dell’economia circolare e l’energia proveniente da fonti rinnovabili contrasterebbero l’aumento delle bollette, tema al momento molto preoccupante e sentito. Il 48% degli intervistati ritiene poi che i ‘green jobs’, ovvero i lavori collegati alla sostenibilità, aumenteranno in futuro. Inoltre, gli italiani mostrano di avere le idee chiare anche su dove dovrebbero concentrarsi gli investimenti per aumentare la circolarità: i conoscitori (41%) inseriscono nelle prime 5 posizioni alcune azioni particolarmente drastiche, come la chiusura di impianti a rischio e delle aziende inquinanti.

La crisi pandemica ha insegnato che cambiare si può

In ultima analisi, il 75% degli intervistati ritiene che la pandemia Covid-19 abbia dimostrato che è possibile per le persone trasformare il proprio comportamento molto rapidamente, e il 71% degli intervistati concorda sul fatto che la ripresa post pandemia sia un momento unico per costruire società più resistenti agli shock futuri. In sintesi, la crisi pandemica ha insegnato che cambiare si può, specie se la società civile diventa più attenta, se la burocrazia aiuta e se ci sono risorse adeguate.

Arriva il bonus psicologo dopo l’emergenza pandemia: di cosa si tratta? 

Per molti italiani gli effetti della pandemia sono stati pesanti, a tutti i livelli della vita personale e professionale. E, per diverse persone, l’aiuto di uno psicologo potrebbe essere fondamentale per superare le difficoltà del momento. Nasce proprio in quest’ottica il bonus psicologo, la facilitazione appena approvata dal Governo e che von la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 28 giugno è diventata legge dello Stato. Ma di cosa si tratta nella pratica? Come spiega lo su Studio Cataldi, il bonus per l’assistenza psicologica è un contributo pari a 600 euro per ogni cittadino che abbia un reddito inferiore ai 50mila euro annui e abbia la necessità di pagarsi le sedute di psicoterapia. Per i cittadini non ci saranno dunque oneri aggiuntivi o anticipi da pagare. Il bonus si pone l’obiettivo di potenziare l’assistenza per il benessere psicologico individuale e collettivo, anche mediante l’accesso ai servizi di psicologia e psicoterapia in assenza di una diagnosi di disturbi mentali, e per fronteggiare situazioni di disagio psicologico, depressione, ansia, trauma da stress. Particolare riguardo per bambini e adolescenti, soprattutto se appartengono a famiglie in difficoltà economiche.

Il portale per le prenotazioni a cura di Inps

Come ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza “sarà l’Inps a offrire il portale per le prenotazioni e sarà anche il soggetto pagante rispetto ai professionisti che si renderanno disponibili e che l’Ordine nazionale degli psicologi sta coinvolgendo in tutta Italia”. E poi: “Chi ha bisogno di aiuto potrà scegliere liberamente il professionista tra coloro che devono aver aderito all’iniziativa. Il meccanismo immaginato consentirà di accedere al contributo senza oneri o anticipazioni da parte di chi vuole usufruire del bonus”.

A chi è destinato e come ottenerlo

Questo bonus è un sostegno per avvalersi di consulenze di professionisti in materia di salute mentale, pensato come supporto per curare gli effetti della pandemia sulla psiche. Come si legge su Agenda Digitale, il bonus psicologo sarà assegnato entro tre fasce di reddito Isee che non dovranno superare i 50mila euro. Bisognerà poi spendere il contributo entro 180 giorni dal momento in cui lo si riceve. Chi è interessato alla facilitazione potrà presentare la domanda tramite il portale Inps, la procedura sarà disponibile per minimo sessanta giorni, accreditandosi con Spid, Coe o Cns; in alternativa, si può fare domanda tramite contact center Inps. In fase di presentazione della domanda si valuterà anche se la DSU presentata è valida oppure no, comunicandolo all’utente. L’Inps una volta ottenute le domande e concluso il termine per avanzare le richieste, stilerà una graduatoria su base regionale, a seconda della residenza dei richiedenti. Le domande saranno accolte fino a esaurimento fondi, dando priorità a chi ha reddito più basso.

Rincari: scatta l’allarme per hotel e ristoranti

È allarme rincari per hotel e ristoranti, ma anche per B&B, motel, pensioni, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù. Lo segnala l’Unione nazionale consumatori, che ha condotto per l’Adnkronos uno studio elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di maggio, e stilando una classifica delle città con i maggiori rincari. Per le prossime vacanze estive si profila infatti una stangata nel settore della ricettività. Nonostante maggio non sia tradizionalmente un mese di ferie, e non ci siano stati ‘ponti’, i prezzi dei servizi di alloggio sono già saliti in media del 12,5% rispetto a maggio 2021. In particolare, per alberghi e motel +14,7%, pensioni +10,7%, e villaggi vacanze, campeggi e ostelli +0,4%.

A Torino i rialzi maggiori per gli alberghi

Ma le differenze sul territorio sono enormi, con oltre 58 punti percentuali di differenza tra la città più cara e la meno cara. Sintomo anche di una differente ripresa della domanda turistica, ancora a macchia di leopardo, con alcune città addirittura in deflazione. A guidare la classifica della città con i maggiori rialzi nel settore alberghiero è Torino, con un balzo del 40,5% rispetto allo scorso anno, al secondo posto Palermo, con un incremento annuo del 36,5%, e al terzo Siena, con +30,7%. Appena giù dal podio, Bologna (+28,9%), seguita da Teramo (+23,5%), Milano (21,6%), poi Trieste (+20,7%), Como (+20,2%) e Roma (+19,6%). Chiude la Top Ten Viterbo, con un aumento del +19,3%.

Ma a Venezia i prezzi crollano del -17,5%

Sull’altro versante, il dato clamoroso di Venezia, in deflazione con un crollo dei prezzi su base annua del 17,5%. La seconda città più ‘virtuosa’ è Caltanissetta (-4,9%), mentre sul gradino più basso del podio si posiziona Trapani (-1,2%). Ma in deflazione è anche Livorno (-0,4%).
L’Unione nazionale consumatori ha condotto un’analisi dei rincari anche su base mensile, da cui risulta che Torino rimane in cima alla Top Ten anche rispetto ad aprile (+33,2%), mentre al secondo posto si piazza Siena (+28,1%) e al terzo Palermo (+18,8%). A seguire Bologna, che mantiene il quarto posto (+14,9%), seguita da Siracusa (+13,3%), Lucca (+13,2%), Parma (+11,6%), Rimini (+11,4%), Campobasso (11,2%) e Como (+10,8%).

Ristoranti: Verona +8,7% in un mese

Non va molto meglio per i ristoranti: per i Servizi di ristorazione (ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria), l’Istat rileva divari tra le città meno clamorosi rispetto agli alberghi ma sempre consistenti. A fronte di un’inflazione annua al 4,5%, lo scarto tra la città più economica e la più svantaggiosa è pari al 7,5%. A vincere questa classifica è Verona, dove i ristoranti rincarano rispetto a maggio 2021 dell’8,7%, al secondo posto Gorizia (+8,3%), e al terzo Palermo (+7,9%). Seguono Brescia (+7,8%), Forlì-Cesena e Sassari (+7,3% entrambe), Lecco (+7,1%), Olbia (7%), Trento (6,7%), e Piacenza (+6,6%). La città dove mangiare fuori costa meno invece è Campobasso (1,2%), seguita da Massa-Carrara (+1,6%), e Lodi (+1,7%).

Cybersecurity: allarme nuova vulnerabilità Follina di MS Office

È stata scoperta una nuova vulnerabilità zero-day in Microsoft Office: si tratta di Follina, e consente ai criminali informatici di eseguire codice dannoso da remoto sui sistemi delle vittime sfruttando una falla nel Microsoft Diagnostics Tool.
L’attacco avviene attraverso documenti di testo compromessi. In pratica, l’attaccante si infiltra nella rete della vittima distribuendo un documento Microsoft Word (.docx) o Rich Text Format (.rtf) appositamente progettato che contiene un link a un allegato HTML esterno dannoso. Per Follina non è stata ancora rilasciata una patch, pertanto i ricercatori di Kaspersky hanno previsto un numero crescente di attacchi che utilizzano questa vulnerabilità.

Sfrutta lo strumento di risoluzione dei problemi di Windows

Quando viene aperto, il documento preparato dall’aggressore lancia MSDT, uno strumento di risoluzione dei problemi di Windows che raccoglie informazioni e le segnala all’assistenza Microsoft. La riga di comando fornita a MSDT tramite l’URL distribuito provoca l’esecuzione di codice non attendibile. Questo consente all’attaccante di distribuire e installare programmi dannosi sul computer della vittima (compresi i controller di dominio vulnerabili), nonché di rubare i dati memorizzati e creare nuovi account con pieni diritti utente. Nel complesso, l’attaccante può passare qualsiasi comando da eseguire sul sistema della vittima con i privilegi dell’utente che ha aperto il documento di testo.

Stati Uniti, Vietnam e Pakistan i più colpiti

Purtroppo il comando può essere trasmesso al sistema bersaglio anche nel caso in cui la vittima abbia aperto il documento in modalità protetta, o addirittura nel caso in cui non lo abbia aperto affatto. Complessivamente, dall’inizio di maggio 2022 al 3 giugno, i prodotti Kaspersky hanno rilevato oltre 1.000 tentativi di sfruttamento della vulnerabilità appena scoperta. Circa il 40% di questi tentativi sono stati registrati negli Stati Uniti, seguiti da Vietnam (8,3%) e Pakistan (8,2%). La situazione è diversa se si considerano i Paesi classificati in base agli utenti unici più colpiti. In questo caso, il Pakistan è in testa, con quasi il 45% degli utenti colpiti, seguito da Russia (6,5%) e Stati Uniti (4,32%).

“Prevediamo che il numero di tali attacchi crescerà”

“Una volta segnalata una vulnerabilità precedentemente sconosciuta, i criminali informatici intensificano la loro attività per trarre il massimo vantaggio dalla situazione – commenta Alexander Al. Kolesnikov, esperto di sicurezza di Kaspersky -. La vulnerabilità Follina ne è un esempio. Abbiamo osservato numerosi tentativi di sfruttare la vulnerabilità nei prodotti MS Office sulle reti aziendali e prevediamo che il numero di tali attacchi crescerà. La vulnerabilità potrebbe essere sfruttata per vari motivi, dalla fuga di dati agli attacchi ransomware. Stiamo monitorando attentamente il panorama delle vulnerabilità per migliorare il rilevamento generico di Follina. Pertanto, raccomandiamo vivamente agli utenti di affidarsi alle più recenti informazioni sulle minacce e di installare soluzioni di sicurezza che individuino in modo proattivo sia le minacce note sia quelle sconosciute”.