Lo smart working piace agli italiani, ma un terzo non è attrezzato

Sono quasi due milioni gli italiani che hanno dovuto trasformare la propria casa in ufficio a causa dell’emergenza Covid-19. E dopo più di un mese di contenimento casalingo, l’80% dei lavoratori in smart working giudica positivamente questa modalità di lavoro. E c’è chi sarebbe addirittura disposto a rinunciare a parte del proprio stipendio pur di continuare a lavorare dalla propria abitazione. È quanto emerge dal sondaggio condotto da IZI, in collaborazione con Comin & Partners, tra su un campione di 1000 persone che stanno sperimentando il lavoro agile. Purtroppo però, il telelavoro non è una scelta possibile per tutti. Un italiano su tre, infatti, ha problemi per l’accesso alla rete, o non dispone di computer e apparecchi tecnologici all’interno della propria abitazione.

Il 35% è disposto a lavorare a casa anche dopo la crisi

Il 35% degli intervistati sarebbe disposto a mantenere lo smart working anche superata la crisi sanitaria. Il 57%, poi, sarebbe disponibile a una formula di lavoro agile parziale, ed è significativa anche la percentuale, il 37%, di coloro che sarebbero disposti a rinunciare a parte del proprio stipendio pur di continuare a lavorare dalla propria abitazione, riporta Ansa. Questo perché i vantaggi del telelavoro, secondo gli intervistati, sono numerosi. Al primo posto, per oltre un terzo degli intervistati, c’è il risparmio del tempo che solitamente si impiega per recarsi al lavoro. Inoltre, il 30% indica una maggiore flessibilità di orari, il 15% il risparmio economico su trasporti e pranzo, e il 13%e la possibilità di trascorrere più tempo con la famiglia. Minore, ma comunque interessante, il dato di quanti affermano di preferire il lavoro agile per la possibilità di mangiare più sano.

Le difficoltà maggiori: “non staccare mai” e organizzare il proprio tempo

In linea generale, il 58% si ritiene abbastanza soddisfatto della nuova modalità di lavoro, contro un 16% di coloro che si dichiarano poco soddisfatti.

Se da un lato a casa è più facile organizzare il lavoro dall’altro questo può portare a una difficoltà nel trovare il tempo da dedicare alle attività personali.

È esattamente per questo che il 23% ha dichiarato di “non staccare mai”, mentre il 5% fa fatica a organizzare il proprio tempo, e il 7% trova complesso gestire e pianificare il lavoro. Ma la mole di lavoro non è l’unico limite che lo smart working deve superare.

Non tutti hanno una connessine internet adeguata. E le distrazioni non mancano

Un limite decisivo alla diffusione dello smartworking è il fatto che un italiano su tre ha problemi di accesso a internet o non dispone di pc. Non sempre, infatti, si dispone di una connessione internet adeguata, abbastanza veloce da non complicare il normale svolgimento delle proprie mansioni. Inoltre, in questo momento di lockdown molti lavoratori non sono soli in casa, e i molti dispositivi utilizzati simultaneamente non consentono una connessione in grado di supportarli. Non è tutto. Tra coinquilini, famiglia, televisioni e quant’altro le distrazioni non mancano. Per il 13,4% non riuscire a trovare a giusta concentrazione per poter lavorare rappresenta un ulteriore ostacolo allo smart working.