Ambiente e sostenibilità, cresce il segmento degli Eco Active

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno GfK ha condiviso i risultati della ricerca internazionale #WhoCaresWhoDoes sulla sostenibilità e le preoccupazioni ambientali. La salvaguardia del pianeta è un tema sempre più centrale e nessun brand può permettersi di ignorare questa tendenza: secondo i dati GfK nel 2020 è cresciuto il segmento dei consumatori Eco Active, che a livello europeo arriva a pesare il 24% e in Italia il 23%. E se è vero che entro il 2025 i consumatori Eco Active a livello mondiale arriveranno a pesare il 40% del totale, le aziende dovranno prepararsi con investimenti e iniziative di comunicazione mirate per attirare questo segmento.

Spetta a produttori e governi “fare la differenza”

Se la sostenibilità è un tema centrale, il gap da colmare tra intenzioni e azioni dei consumatori però è ancora ampio, e il 72% degli shopper tende ad attribuire una responsabilità maggiore agli altri rispetto che a sé stessi per quanto riguarda le tematiche ambientali. In particolare, secondo gli italiani sono soprattutto i produttori di beni e servizi (37%) e i governi (28%) a dover fare la differenza nella riduzione dell’impatto ambientale. Percentuali simili si ritrovano anche considerando il target degli Eco Active italiani, per il quale solo il 26% pensa che la responsabilità sia principalmente dei consumatori. Inoltre, emerge ancora una certa dose di incertezza quando si tratta di riconoscere il livello di attenzione all’ambiente delle aziende.

Quali sono le imprese amiche dell’ambiente?

A livello internazionale solo il 22% dei consumatori è in grado di citare un brand sostenibile in maniera spontanea. Una percentuale che sale al 31% tra i consumatori Eco Active. Nel 42% dei casi si tratta di brand nati con una chiara identità green, mentre potrebbe sorprendere trovare al secondo posto le Multinazionali (36%), che quindi non sono necessariamente viste in modo negativo quando si parta di ambiente. Solo nel 22% dei casi però viene citato un piccolo brand locale: questa sicuramente è una area dove esistono ancora ampi i margini di crescita. Risultati simili emergono anche quando si chiede alle persone di citare il nome di un retailer sostenibile: il Italia solo il 20% dei consumatori è in grado di indicarne almeno uno.

Le opportunità per le aziende del Largo Consumo

Per produttori e retailer, conoscere le tematiche che stanno più a cuore ai consumatori è fondamentale. Soprattutto per indirizzare i propri investimenti ambientali e di sostenibilità sugli ambiti che non solo apportano benefici al pianeta, ma sono in grado di conquistare l’approvazione, la fedeltà e la preferenza dei consumatori. In particolare, per il settore del Largo Consumo il segmento degli Eco-Active risulta particolarmente interessante. Secondo i dati GfK, questi consumatori spendono più della media per prodotti FMCG, e nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2020 hanno incrementato la propria spesa di Largo Consumo del +12% rispetto allo stesso periodo del 2019.