Software gestionali, quanto sono diffusi in Italia? E quanto valgono?

Le imprese italiane, pubbliche e private, hanno scoperto l’importanza dei software gestionali, tanto che il 93% delle PMI ne ha adottato almeno uno. Il principale freno alla trasformazione è di natura culturale, ma esistono ampi margini di miglioramento. E’ lo scenario tracciato dalla ricerca “Il software gestionale in Italia: il percorso di trasformazione di PMI e PA” a cura degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware. Dall’analisi, emergono anche i numeri del business: nel 2021 le aziende che operano in Italia nell’ambito del software e dei servizi a esso correlati, hanno generato un fatturato di 51,3 miliardi di euro, in crescita del 14% rispetto al 2020. Le PMI e le grandi imprese rappresentano l’86% del mercato, per un totale di 44,2 miliardi di euro, mentre le microimprese arrivano a 7,1 miliardi. Guardando esclusivamente alle software house in ambito software gestionale (comparto che conta oltre 133.000 dipendenti impiegati) queste hanno generato un fatturato complessivo di 19,9 miliardi di euro nel 2021, in crescita del 16% rispetto all’anno precedente.

I numeri dei software gestionali

La ricerca, condotta su un campione di 514 PMI cross-settoriali e 158 comuni, evidenzia un buon livello di diffusione dei software gestionali e, in alcuni campi, un trend di crescita rispetto allo scorso anno. Tra i software considerati nel perimetro d’analisi, la crescita più significativa è stata registrata dai moduli di Gestione documentale e workflow (adottati dal 48% delle PMI, +6 punti percentuali rispetto al 2021), probabilmente promossi dal cambio delle modalità di lavoro occorso a seguito della pandemia. Secondo per crescita ma primo per diffusione, è possibile riscontrare il modulo di Gestione amministrativa e contabile (presente nell’87% delle imprese, +4 p.p.) che resta il più presente nelle imprese: rappresenta spesso il primo passo nell’adozione di soluzioni software e continua a consolidarsi, registrando comunque una crescita significativa anno su anno. Cresce anche la diffusione dei software di Controllo di gestione (58%, +3 p.p. rispetto al 2021), un ambito di pianificazione che sempre più rappresenta un progredire il percorso di digitalizzazione verso un approccio trasversale analitico e automatizzato a supporto delle decisioni.
Crescono, infine, anche il CRM (42%, +2 p.p. rispetto al 2021), che tuttavia risulta ancora essere il modulo meno diffuso, ad evidenziare uno scarso orientamento analitico alla gestione della relazione con il cliente e dei processi di vendita, e i software per la gestione del personale (61%, +1 p.p.). Restano invece stabili i livelli di diffusione dei moduli gestionali legati ai processi core di back end, ovvero la Logistica e magazzino (54%) e l’Approvvigionamento e produzione (50%), in cui gli impatti ricercati nel percorso di digitalizzazione su efficienza ed efficacia incidono direttamente sui risultati d’impresa.

Rilevanza strategica radicata

“La consapevolezza sulla rilevanza strategica dei software è ormai radicata, in ambito pubblico e privato, pur con obiettivi diversi” dichiara Piermassimo Colombo, Vicepresidente AssoSoftware. “Le PMI e le PA avanzate nel percorso di trasformazione sono ancora poche ma i casi di successo evidenziano benefici tangibili legati all’efficienza e all’efficacia dei processi. L’impatto potenziale di queste soluzioni sul sistema paese è significativo ma deve essere correttamente guidato. Enti e aziende dichiarano una mancanza di risorse finanziarie e competenze per poter accelerare: è necessario che tutto l’ecosistema, a partire dalle istituzioni fino agli attori del mercato, si muova in modo coordinato per favorire questo percorso, promuovendo piani di incentivazione e lavorando alla creazione delle competenze digitali nel Paese, ambito su cui l’Italia è particolarmente indietro rispetto al resto d’Europa”.